UN’IPOTESI SULL’ORIGINE DEI QUASAR

Buchi neri obesi nelle prime galassie

Un team di ricercatori del Max Planck Institute ha descritto le "Obese Black Hole Galaxies", antiche galassie con al centro buchi neri la cui massa superava quella delle stesse stelle. Potrebbero essere stati all'origine dei quasar, e il James Webb Space Telescope, il cui occhio scruterà i confini più remoti dell'Universo, potrebbe riuscire a vederli.

     07/06/2013

Sarebbero stati dei buchi neri “obesi” e non le stelle ad “accendere” le prime galassie, per poi espandersi fino a diventare i buchi neri supermassicci che oggi troviamo al centro di molte galassie. Un nuovo studio su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society introduce una nuova tipologia di galassie, le “Obese Black Hole Galaxies” (OBG), in cui la massa del buco nero centrale è inizialmente superiore a quelle del materiale stellare circostante, e la radiazione emessa dalla galassia viene per lo più dalla zona di accrescimento del buco nero. Questi oggetti dovevano essere così luminosi che, secondo i ricercatori, telescopi di prossima generazione come il James Webb dovrebbero riuscire a scovarli nell’Universo profondo (e primordiale).

La teoria potrebbe anche spiegare la comparsa dei quasar, che sono antiche galassie con al centro un buco nero supermassiccio. Alcuni di essi risalgono ad appena un miliardo di anni dopo il Big Bang. Ma ccome hanno fatto a crescere così velocemente? I buchi neri nascono dopo la morte di una stella e crescono inglobando detriti e polvere interstellare. Alcuni di questi, secondo quanto scoperto dai ricercatori del Max Planck Institute di Garching, in Germania, nascerebbero già di dimensioni anomale dallo scontro di grandi nuvole di idrogeno atomico, milioni di volte più grandi del Sole.

Bhaskar Agarwal, primo autore dello studio, crede che di questi buchi neri obesi ce ne fossero parecchi già qualche centinaio di milioni di anni dopo il Big Bang, e che siano stati loro a generare i quasar.  

I ricercatori contano di ottenere maggiori informazioni con il James Webb Space Telescope della NASA, che verrà lanciato in orbita nel 2018 e potrebbe spingersi abbastanza indietro nel tempo da vedere le OBG.

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