TEAM ITALIANO IN FINALE ALLA CANSAT COMPETITION

Da un liceo di Rimini, ecco il satellite in lattina

C’è anche squadra italiana tra i finalisti per la categoria «beginners» della CanSat Competition 2013, una sfida proposta dall’ESA agli studenti di tutt’Europa: realizzare un satellite da 33cl. Fabio Filippi, docente al liceo Einstein: «Con la nostra lattina produrremo un’immagine 3D del suolo».

     18/12/2012

I nove studenti del Liceo Einstein di Rimini arrivati in finale alla CanSat Competition 2013

Quanta tecnologia si può stipare all’interno di una lattina da 33 cl? Parecchia. Tanto che l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, organizza ogni anno CanSat in Europe: una gara, aperta a tutti gli studenti europei, per la progettazione di un microsatellite che non superi i 350 ml di volume. Mini anche sotto il profilo economico: il costo complessivo non può andare oltre i 500 euro.  Le otto squadre che si qualificano per la finale vedranno il loro progetto diventare realtà: un razzo porterà le otto lattine selezionate a 1 km d’altitudine, per poi aprirsi, sganciarle e lasciare che svolgano gli esperimenti prefissati mentre scendono dolcemente verso terra, agganciate ognuna al proprio paracadute.

Tra gli finalisti della categoria «beginners», ovvero le squadre che si presentano per la prima volta alla competizione, quest’anno c’è anche un team di nove studenti del quinto anno del liceo scientifico Einstein di Rimini. Sotto la guida del loro docente di fisica e matematica, Fabio Filippi (che per l’occasione ha perfino dovuto partecipare a un corso, in Olanda, per imparare a montare e personalizzare il kit di base fornito dall’ESA), i nove ingegneri spaziali in erba hanno messo a punto un esperimento in grado di generare una mappa in tre dimensioni del suolo terrestre. «A bordo della nostra lattina, oltre al microchip con sensori di pressione e di temperatura fornito dall’ESA, metteremo due telecamere, poste a circa 40 cm di distanza, pronte a scattare da varie altitudini – 1000 metri, 900 metri, 800 metri e così via – fotografie del suolo. Così da poter ricavare un’immagine 3D della zona sottostante», spiega Davide Grotti, uno dei nove diciottenni del team.

Passata l’euforia per la qualificazione, ora i nove ragazzi ce la stanno mettendo tutta per arrivare ad aprile con la loro super-lattina funzionate. E se i costi, davvero ridottissimi, sono coperti dalla scuola, Filippi non nasconde la speranza che, nel frattempo, si faccia avanti anche qualche sostenitore. «L’investimento per la costruzione del microsatellite, da regolamento ESA, non deve superare i 500 euro. Cifra che il nostro liceo, avendo adottato il progetto, cercherà di finanziare. Ma se riuscissimo a trovare uno sponsor che ci permetta di fare qualche test supplementare, così da arrivare un po’ più tranquilli al momento del lancio, sarebbe una gran bella cosa».

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