
Per cercare di rispondere a tali interrogativi la comunità scientifica internazionale si incontra nel workshop Lightning, Terrestrial Gamma-Ray Flashes, and Meteorology il 18 aprile presso ESA-ESRIN (Frascati) per fare il punto sull’argomento e per definire nuovi studi cooperativi e strategie osservative multidisciplinari.
Fulmini e sistemi temporaleschi sono stati riconosciuti recentemente come potenti acceleratori di particelle, capaci di produrre elettroni, positroni, raggi gamma e neutroni con energie elevate fino a diverse decine di mega-elettronvolt. Nonostante questi sistemi siano gli acceleratori di particelle naturali di maggior potenza e più alta energia sulla Terra, sono ancora poco studiati e compresi.
I lampi gamma terrestri (Terrestrial Gamma-ray Flashes, TGF) sono intense emissioni di raggi gamma di durata inferiore a un millisecondo, attualmente osservati dallo spazio da rivelatori per raggi gamma progettati per l’osservazione di sorgenti cosmiche. Emissioni di lunga durata, fino a diverse decine di secondi, di raggi gamma e particelle sono state osservate da rivelatori al suolo progettati per lo studio dei raggi cosmici o il monitoraggio ambientale. Nonostante si ritenga che queste diverse forme di emissione condividano lo stesso meccanismo fisico di base, molti punti sono ancora oscuri, ad esempio: la più alta energia raggiungibile, verosimilmente legata alla struttura ed intensità del campo elettrico, la relazione con i fulmini, il ruolo delle particelle di innesco e dei raggi cosmici e la relazione con la chimica e la microfisica delle nubi.
Il carattere fortemente multi-disciplinare della ricerca rende fondamentale il dialogo tra i settori delle scienze della Terra e dell’astrofisica delle alte energie. In quest’ottica, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (Isac) del Cnr, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) hanno promosso l’incontro.






