SGUARDO INEDITO SU UN’INCUBATRICE DI STELLE

La culla vuota

È un cumulo di gas primordiale a 770 anni luce dalla Terra, nella costellazione di Perseo. Immortalato dal Green Bank Telescope e da Herschel, potrebbe essere il primo esempio mai osservato di precursore stellare senza astri attorno.

     16/03/2012

Le nuove strutture individuate da Herschel e dal GBT potrebbero essere il primo esempio mai osservato del secondo stadio di formazione stellare illustrato nello schema. Crediti: Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF

Come si forma una stella ormai lo sappiamo. Quando una nube di gas e polveri inizia ad addensarsi sotto l’effetto della gravità, ecco che prendono forma aggregati di materia sempre più concentrata, che collassando ulteriormente possono finire per dar vita a una stella. Questo a grandi linee. Ci sono però molti dettagli ancora oscuri. E a renderli tali, paradossalmente, sono (anche) le stelle stesse. Nei dintorni della maggior parte delle regioni in cui la nascita stellare è in corso, infatti, ci sono stelle già formate che – producendo vento stellare e onde d’urto da supernova – influenzano il processo di formazione. Quella che si dice una situazione complicata. L’ideale sarebbe avere a disposizione un’incubatrice stellare senza stelle attorno, una zona di formazione ancora vergine. Quello che gli astronomi chiamano un core precursor, un nucleo precursore. Ebbene, pare che lo abbiano trovato.

«Quello che abbiamo individuato è il primo esempio evidente di un addensamento di gas potenzialmente in grado di formare stelle, già sul punto di aggregarsi in nuclei densi, non influenzato da alcuna stella nelle vicinanze», dice James Di Francesco, della University of Victoria (Canada), secondo autore dello studio, firmato fra gli altri anche da due ricercatori INAF, Stefano Pezzuto di IAPS Roma e Leonardo Testi dell’Osservatorio di Arcetri. E la prima autrice dell’articolo, in uscita su Astronomy & Astrophysics, Sarah Sadavoy, dottoranda alla University of Victoria, aggiunge: «Questo ammasso incontaminato di gas, probabilmente in procinto di formare nuclei densi, può rappresentare la chiave d’accesso a una migliore comprensione dei primissimi stadi della formazione stellare».

La scoperta è avvenuta osservando un grumo di gas, di massa pari a 100 volte quella del Sole, presente all’interno di una gigantesca nube situata a circa 770 anni luce da noi, nella costellazione di Perseo. L’osservazione è stata resa possibile da due strumenti, uno nello spazio e l’altro sulla Terra. Il primo è il satellite Herschel dell’ESA, le cui immagini nel lontano infrarosso, ottenute nel corso del programma osservativo “Gould Belt Survey”, hanno messo in luce, all’interno del grumo di gas, sottostrutture mai viste in precedenza che potrebbero essere i precursori di nuclei – in totale, una decina – potenzialmente in grado di dar luogo alla formazione di singole stelle.

A dar man forte da Terra è arrivato il Green Bank Telescope (GBT), che con i suoi 100 metri di diametro è il più grande radiotelescopio al mondo capace di movimentazione. Grazie alla sua poderosa antenna, gli astronomi sono riusciti a caratterizzare in dettaglio, all’interno delle sottostrutture identificate da Herschel, il moto e la temperatura delle molecole, prime fra tutte quelle d’ammoniaca. Non solo: da queste osservazioni risulta assai probabile che una delle sottostrutture sia già legata gravitazionalmente: dunque, un passo avanti rispetto alle altre nel percorso verso l’addensamento in un nucleo. Se è così, dice Di Francesco, «questa potrebbe essere la prima osservazione che sia mai stata fatta di un nucleo precursore».

Per saperne di piu:

  • Leggi su Astronomy & Astrophysics l’articolo “Herschel observations of a potential core-forming clump: Perseus B1-E“, di S. I. Sadavoy, J. Di Francesco, Ph. André, S. Pezzuto, J.-P. Bernard, S. Bontemps, E. Bressert, S. Chitsazzadeh, C. Fallscheer, M. Hennemann, T. Hill, P. Martin, F. Motte, Q. Nguyn Lu’o’ng, N. Peretto, M. Reid, N. Schneider, L. Testi, G. J. White e C. Wilson.