
GMT
Con la fusione di oltre 20 tonnellate di vetro speciale all’interno della fornace rotante del Mirror Lab dell’Università dell’Arizona, è iniziata lo scorso 14 gennaio la lunga opera di modellazione del secondo dei complessivi sette specchi da 8,4 metri destinati a costituire il Giant Magellan Telescope, un telescopio ottico equivalente a un 25 metri di diametro. Ideato da un consorzio di università americane, sarà collocato a Las Campanas, sulle Ande cilene, e dovrebbe vedere la luce verso la fine del decennio.
Il progetto, che vede il sostegno anche dell’Australia e della Corea del Sud, ha finora trovato circa un terzo dei 700 milioni di dollari necessari alla costruzione, anche grazie a generose donazioni di privati come George P. Mitchell, un magnate dell’energia che ha devoluto ben 25 milioni di dollari all’università del Texas dove si era laureato, vedendosi così intitolare il primo degli specchi del futuro telescopio.
TMT

Il TMT è in diretta competizione con il conterraneo GMT per il supporto economico della NSF, l’agenzia di finanziamento alla ricerca statunitense, che non ha ancora deciso se e quale progetto sostenere. Nel frattempo, due paesi emergenti, l’India e la Cina, hanno deciso di diventare partner del telescopio hawaiano, accollandosi ciascuno un 10% dei costi, soprattutto sotto forma di fornitura di materiali.
E-ELT

L’approvazione finale dell’intero progetto E-ELT da parte del Consiglio dell’ESO dovrebbe avvenire a metà 2012. Nel frattempo, si comincia comunque a spianargli la strada: saranno subito iniziati i lavori preparatori della via di accesso al sito del telescopio sul Cerro Armazones, nonché lo sviluppo dell’impegnativo specchio M4 ad ottica adattiva.
“E-ELT è importante perché metterà l’Europa davanti a tutti,” commenta il presidente INAF Giovanni Bignami, “perché faremo un passo avanti nell’esplorazione dell’Universo fino a vedere, per fare un solo esempio, la nascita delle prime stelle, che non abbiamo mai visto. Per di più, dovremo sviluppare tanta tecnologia di punta soprattutto per quello che riguarda i rivelatori e l’elettronica: una manna per lo sviluppo di innovazione, del quale il nostro paese ha bisogno come il pane”.
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