
Nella fotografia pubblicata sul sito NASA, è possibile vedere i tecnici all’opera mentre ispezionano alcuni dei componenti della sonda. Si notano inoltre le tre ali ricoperte di pannelli solari.
Anche l’Italia partecipa alla missione fornendo due strumenti: KaT (Ka-band Translator) e JIRAM (Jovian InfaRed Auroral Mapper), spettrometro ad immagine all’infrarosso.
Una volta lanciata Juno impiegherà cinque anni per raggiungere Giove e per un anno ruoterà attorno al gigante gassoso, eseguendo un totale di 32 orbite. L’obiettivo sarà raccogliere nuove informazioni che permettano di stabilire con maggiori certezze origine, struttura e composizione chimica del pianeta più grande del nostro Sistema solare.
Più approfondita sarà la sua conoscenza, più saremo in grado di stabilire l’origine dei pianeti giganti gassosi e più in generale dei sistemi planetari. Angioletta Coradini dell’INAF-IFSI di Roma, responsabile scientifico dello spettrometro JIRAM, sottolinea come “questo strumento è totalmente diverso da quelli costruiti precedentemente perché questa sonda è di tipo spinning, cioé ruota su se stessa, e non è facile realizzare uno spettrometro da collocare su una sonda che ruota. Noi lo abbiamo inventato. Grazie a JIRAM saremo in grado di studiare la distribuzione degli elementi chimici di Giove e correlarla con la struttura della sua atmosfera”. Conoscere a fondo Giove sarà un passo importante non solo per chi studia i pianeti, perché “ci permetterà di conoscere meglio il nostro Sistema solare, il luogo dove ci siamo evoluti”.






