IL FLY BY DI DEEP IMPACT CON HARTLEY 2

Destini incrociati

Ecco la prima immagine della cometa Hartley 2, scattata dalla missione EPOXI e spedita alla sala di controllo del JPL della Nasa a Pasadena, in California. Un lungo applauso ha salutato il puntuale fly-by della sonda. Contemporaneamente, anche i telescopi a terra hanno spiato l'incontro.

     04/11/2010

Crediti NASA Ecco la prima immagine scattata dalla sonda EPOXI nell'incontro ravvicinato con la cometa Hartley2. Un lungo applauso nella sala di controllo del JPL della Nasa a Pasadena in California ha salutato il fly-by.

Ecco la prima immagine, ancora grezza, della cometa Hartley 2, appena scattata dalla missione EPOXI e subito spedita alla sala di controllo del JPL della Nasa a Pasadena, in California. Un lungo applauso ha salutato il puntuale fly-by della sonda Deep Impact, previsto e realizzato il 4 novembre 2010, alle ore 16.00. La sonda è nello spazio da oltre 5 anni: era stata spedita per studiare il nucleo della cometa Tempel 1, poi la sua vita in orbita è stata prolungata in quella che ora viene chiamata la missione EPOXI.

Da quel 4 luglio 2005, quando si approcciò al nucleo della cometa Tempel 1, la sonda ha trovato un nuovo obiettivo: Hartley 2. Una cometa particolarmente interessante per la dimensione e la composizione della chioma, sotto osservazione fin da settembre, oggi con particolare attenzione dagli astronomi di tutto il mondo, italiani compresi.

“E’ importante correllare i dati che ci fornirà sonda Deep Impact nel suo fly by, con quelli che otteniamo contemporaneamente con le osservazioni da terra” spiega Gian Paolo Tozzi dell’Osservatorio Astronomico di Arcetri dell’INAF, impegnato in Cile con il telescopio dell’ESO NTT.

La sonda già da alcune ore aveva mirato i suoi strumenti sul nucleo della cometa e iniziato a raccogliere i dati. Avvicinandosi ha aumentato la frequenza di raccolta, in un crescendo esponenziale nella fase di approccio al nucleo di Hartley 2.

50 minuti prima dell’approccio finale si è attivato l’Auto Nav Mod, il sistema di controllo automatico, che permette alla fotocamera della sonda di inquadrare il centro del nucleo.

E ora non resta che attendere nelle prossime ore le prime immagini e i primi dati provenienti dalla sonda.