
Il romanzo si basa su una sua teoria sull’antimateria, quale?
Questa teoria ha le sue fondamenta nell’interpretazione che Feynman e Stückelberg diedero dell’antimateria negli anni quaranta: l’antimateria non sarebbe altro che materia comune che va indietro nel tempo. La fisica odierna sembra non distinguere tra le due possibilità, e questo è il motivo per cui tale ipotesi venne presto trascurata. C’è però una fondamentale differenza: se esiste un’altra freccia del tempo, diretta verso il passato, il nostro panorama fisico cambia completamente, ed è denso di conseguenze. Ad esempio, sto per pubblicare i miei risultati su un’analisi delle equazioni della relatività generale, che predice una repulsione gravitazionale tra materia e antimateria. E questo potrebbe spiegare la cosiddetta “energia oscura” che provoca l’espansione accelerata dell’universo.
Nel romanzo si fa anche uso di qualche formula matematica non alla portata di tutti, qual è lo scopo?
Tale uso è molto limitato: le formule, brevi, si contano sulla punta delle dita. Lo scopo è comunicare, anche a chi non le comprende, che si tratta di qualcosa di fisicamente possibile, non pura fantascienza. Se poi uno le comprende, allora lo scopo è raggiunto per intero.
Uno stile un po’ inconsueto, grandi scienziati del passato hanno scritto di fantascienza ma non sono arrivati a tanto, Asimov ad esempio.
Il caso di Asimov (e altri) è un po’ diverso: lui era un biochimico e un divulgatore scientifico. La sua fantascienza, sebbene grandiosa, non si basava su fisica solida, non c’era nulla che potesse essere spiegato in questi termini. Lui ha tenuto separate la divulgazione e la narrativa. Io ho cercato la sintesi delle due.
Quanto può contare la fantascienza nella diffusione della cultura scientifica al grande pubblico?
Potrebbe contare moltissimo. Purtroppo, però, la letteratura viaggia a compartimenti stagni: o divulgazione o narrativa. Un genere nuovo come questo, un “romanzo scientifico”, spaventa gli editori, che non conoscono quale possa essere il target. Che forse è semplicemente la somma dei due.
L’accesso alla rete e alle pubblicazioni on line permetterà a suo parere una maggiore diffusione delle arti e delle scienze?
Sì, ma solo in parte. La rete è sicuramente una fonte di informazione insostituibile. Ma vi è anche una (giustificata) diffidenza. Se voglio un libro di fantascienza, vado in libreria (o su un sito di vendita online) e scelgo un editore o un autore famoso, perché so che quel libro è stato selezionato, c’è una forma di garanzia. Solo ora che il mio libro è in vendita da Feltrinelli comincio ad essere preso in considerazione da un pubblico più vasto.






