
Il workshop ha fornito interessanti spunti di riflessione sulle opportunità di integrazione tra il mondo della ricerca nel settore dell’astrofisica, il sistema imprenditoriale e le istituzioni che sostengono le attività di ricerca e sviluppo, dell’innovazione tecnologica e le attività imprenditoriali. Franco Fontana, nel suo intervento di apertura ha sottolineato un paradosso presente nel nostro Paese, cioè che pur in una fase di contrazione generalizzata degli investimenti in Ricerca e Sviluppo, numerosi sono gli studi che non trovano sbocchi pratici. Un problema che può essere individuato in alcuni aspetti poco efficaci delle politiche che riguardano il trasferimento tecnologico.
Tuttavia, secondo Tommaso Maccacaro, una società della conoscenza come la nostra deve continuare a investire in ricerca, impegnandosi a cercare nuove forme di collaborazione con il mondo imprenditoriale nel settore del trasferimento tecnologico. Nel suo intervento il presidente dell’INAF ha citato alcuni esempi di come ricerche condotte dall’Istituto nell’ambito dello studio dei fenomeni che avvengono nell’Universo hanno trovato applicazioni in settori totalmente diversi: le ottiche sviluppate per la focalizzazione dei raggi X prodotti dai buchi neri e da esplosioni di supernovae sono state utilizzate per la realizzazione di dispositivi diagnostici in ambito medico, ottenendo una elevata qualità delle immagini radiografiche a fronte di una minor dose di radiazioni utilizzate. Oppure la tecnologia nata per misurare il peso delle polveri presenti nelle code delle comete che ha trovato applicazione in sensori dedicati allo studio degli elementi inquinanti nell’atmosfera, tra cui le famigerate “polveri sottili”. E per ultimo l’esperienza maturata nel settore dell’ottica adattiva applicata ai telescopi, recentemente collaudata con successo sul Large Binocular Telescope, ha prodotto importanti ricadute nell’ambito dell’oftalmologia.

Il Direttore Generale Antonio Agostini condivide la necessità di un maggiore avvicinamento tra il settore privato e la ricerca pubblica, che auspicabilmente dovrebbe garantire un più ampio canale di finanziamento degli Enti. E’ questo uno dei cardini su cui dovrà articolarsi il nuovo Piano Nazionale della Ricerca, che è in corso di elaborazione al Ministero dell’Università e della Ricerca. La parola d’ordine è: innovare, ma soprattutto mantenere la competitività in settori industriali in cui stanno facendo il loro ingresso Paesi emergenti come Cina e India. “La strategia di Barcellona ha tracciato un percorso di integrazione tra diverse discipline scientifiche” conclude Giuseppe Pizza. “La filiera del cielo si presta naturalmente a questa indicazione, abbracciando un’ampia gamma di studi e conoscenze. Dobbiamo individuare i nuovi focolai di sviluppo e sostenere il trasferimento tecnologico nella sua delicata fase di passaggio dalla ricerca alle sue applicazioni pratiche”.






