
Questo strumento permette dunque di studiare valori della radiazione cosmica estremi, affiancando e integrando altri strumenti, a terra e nello spazio, destinati all’astrofisica delle alte energie, come ad esempio i telescopi gamma MAGIC o i satelliti AGILE, Fermi, Integral, solo per citarne alcuni.
I segnali captati dalle sorgenti gamma celesti sono molto deboli, ma le energie dei singoli fotoni sono anche superiori a quelle ottenibili dai più potenti acceleratori di particelle prodotti dall’uomo, compreso il Large Hadron Collider (LHC) recentemente attivato a Ginevra. Questi flussi di radiazione sono generati nei processi più violenti dell’Universo, come l’esplosione delle Supernovae o l’espulsione di enormi getti di materia a velocità prossime a quelle della luce prodotta da oggetti contenenti buchi neri di grande massa. L’ultimo, eclatante fenomeno celeste monitorato da ARGO è stato prodotto da Markarian 421, una galassia distante 400 milioni di anni luce dalla Terra, nota per emettere radiazione di alta energia. In alcune occasioni, come già accaduto nel 2006 e nel 2008, questo flusso aumenta vertiginosamente, rendendo Markarian 421 la sorgente più luminosa del cielo nella banda dei raggi gamma. Questo fenomeno si è ripetuto nel febbraio scorso ed è stato registrato da ARGO e studiato da due ricercatori dell’INAF-IFSI di Torino, Silvia Vernetto e Piero Vallania, che collaborano allo sfruttamento scientifico dei dati dell’esperimento. I segnali raccolti da ARGO vanno ad integrare quelli presi dai telescopi Cherenkov VERITAS in Arizona e permetteranno di conoscere in maggiore dettaglio i processi fisici che sono responsabili delle enormi emissioni di radiazione di alta energia prodotte da Markarian 421.
Maggiori informazioni in questo articolo pubblicato su “Le Stelle” di maggio 2010.






