LA NASA DEDICA LA SONDA A NEIL GEHRELS

Così rallenta una cometa: 41P nell’occhio di Swift

Neil Gehrels Swift Observatory: questo il nuovo nome del telescopio spaziale Nasa, in memoria dello scienziato venuto a mancare nel febbraio scorso. E arriva anche un nuovo risultato scientifico: la misura della variazione della velocità di rotazione della cometa 41P/Tuttle-Giacobini-Kresák, più che dimezzata

     11/01/2018

La cometa 41P vista il 17 marzo 2017. Crediti: Chis Schur

A oltre 13 anni dal lancio, Swift continua a  produrre risultati sorprendenti nei campi più diversi dell’astronomia, sfruttando la sua capacità di operare nell’ottico, nell’ultravioletto, nei raggi X molli e nei raggi X duri unita alla flessibilità nella gestione orbitale della missione, che può essere ripuntata molto rapidamente ogni volta si presenti un’occasione potenzialmente interessante.

La possibilità di effettuare osservazioni in ultravioletto è particolarmente importante e rende Swift assolutamente unico. Dopo avere colto per primo l’emissione UV dell’evento GW170817, adesso ci stupisce con un risultato relativo alla misura della velocità di rotazione della cometa 41P/Tuttle-Giacobini-Kresák41P per semplicità.

Che la velocità di rotazione delle comete fosse influenzata dalla attività in prossimità del Sole era cosa nota. La cometa di Rosetta, per esempio, aveva accelerato il suo periodo di rotazione (circa 12,8 ore) di circa 2 minuti mentre si avvicinava al Sole per poi rallentare di circa 20 minuti, una volta lontana. Il precedente record di rallentamento apparteneva alla cometa 103P/Hartley 2, che era passata da un periodo di rotazione di 17 ore a 19 nel giro di 90 giorni.

All’inizio di marzo, osservazioni da terra hanno permesso di stimare il periodo di rotazione della cometa 41P in circa 20 ore, ma, alla fine del mese, era già chiaro che il periodo stava  aumentando.

41P è passata al perielio l’8 di aprile e Swift l’ha puntata dal 7 al 9 maggio sfruttando la sua sensibilità alla radiazione ultravioletta emessa dall’idrossile. I dati raccolti dal telescopio UVOT, che mostrano la posizione variabile dei getti del materiale espulso dalla cometa, hanno evidenziato che il periodo di rotazione era più che raddoppiato arrivando ad un valore compreso tra 46 e 60 ore.

Una variazione drammatica che è probabilmente legata alle piccole dimensioni di 41P unite ad una combinazione fortuita della direzione dei getti rispetto all’asse di rotazione. Se questa azione di frenamento fosse continuata, è ragionevole supporre che il periodo di rotazione della cometa sia adesso intorno alle 100 ore.

Neil Gehrels in un fotogramma del video della Nasa “Swift: A Decade of Game-Changing Astrophysics”

È il primo risultato pubblicizzato dalla Nasa dopo che la missione ha cambiato nome per essere dedicata a Neil Gehrels, il promotore della missione della quale è stato il principal investigator fino alla morte, il 6 febbraio 2017.

Ispirandosi al successo di BeppoSAX, Neil aveva coordinato una nutrita collaborazione internazionale (con importante contributo italiano) per realizzare una missione ottimizzata per lo studio dei gamma ray bursts (Grb). Tuttavia, dopo i primi grandi risultati sui Grb lunghi e corti, Neil aveva rapidamente capito che Swift poteva diventare una straordinaria macchina per lo studio di ogni tipo di sorgente variabile, ridefinendo la time domain astrophysics.  Questo ha reso Swift una delle missioni si maggior successo della Nasa, capace di avere risultati sorprendenti in tutti i campi della ricerca astrofisica.

D’ora in avanti Swift sarà il Neil Gehrels Swift Observatory.

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