È UNA CASCATA DI NUOVI MONDI

Planet boom, Kepler raddoppia

Con l’annuncio in conferenza stampa internazionale della NASA di questa sera, martedì 10 maggio, il numero di esopianeti confermati da Kepler viene più che raddoppiato, portando il totale a quota 3200. Le “new entries” sono 1284, 550 delle quali rocciose. Nove quelle in fascia abitabile. Così le stime, affidabili al 99 percento dicono gli scienziati

     10/05/2016
Nuovi esopianeti scoperti dal 1995 a oggi. Crediti: NASA Ames/W. Stenzel; Princeton University/T. Morton

Nuovi esopianeti scoperti dal 1995 a oggi. Crediti: NASA Ames/W. Stenzel; Princeton University/T. Morton

Ieri siamo stati tutti un po’ Kepler. Per un giorno, guardando le immagini del puntino di Mercurio pattinare sul disco solare, consapevolmente o meno ci siamo cimentati nella quotidiana corvée della sonda NASA, quel compito che ha svolto egregiamente per anni: osservare le stelle per cogliere il passaggio su di esse di mondi sconosciuti. Ed è probabilmente per questo motivo che l’agenzia spaziale degli Stati Uniti ha scelto proprio oggi, martedì 10 maggio, a transito ancora caldo, per annunciare al mondo le ultime scoperte del suo cacciatore d’esopianeti.

Di suspense non c’era praticamente traccia, questa volta. Nel pianeta sicuramente abitabile – per non dire abitato – non ci sperava più nessuno, disincantati come siamo dal susseguirsi, negli ultimi anni, dei roboanti annunci NASA. Annunci che hanno creato aspettative puntualmente disattese. E infatti non è stato un pianeta chiavi in mano, già arredato e pronto all’uso, quello che gli scienziati del team di Kepler hanno svelato. Niente mondo di qualità, insomma. Sulla quantità, però, questa volta sono riusciti a stupire. Armati d’una dozzina di grafici uno più ricco dell’altro, Timothy Morton (della Princeton University) e gli altri autori d’uno studio basato su quattro anni di dati Kepler e pubblicato su The Astrophysical Journal hanno snocciolato cifre da far concorrenza alla legge di Moore.

Riepiloghiamole. Oltre mille i nuovi pianeti confermati da Kepler – 1284, per essere precisi – dei quali 550 potrebbero essere rocciosi, proprio come la nostra Terra. E di questi, quelli che navigano in zona abitabile sarebbero 9, portando così a 21 il totale dei mondi al di fuori del nostro nei quali sono alte le probabilità che possano esserci le condizioni per la presenza di acqua allo stato liquido. In tutto siamo così alla bellezza di oltre 5000 candidati pianeti, dei quali 3200 verificati. Di questi, ben 2325 li ha stanati Kepler in quattro anni tenendo d’occhio 150 mila stelle.

«Con quest’annuncio il numero di pianeti confermati da Kepler è più che raddoppiato», osserva Ellen Stofan, scienziata NASA. «Questo ci fa sperare che là fuori, da qualche parte attorno a una stella molto simile alla nostra, potremo finalmente scoprire un’altra Terra».

Distribuzione degli esopianeti per dimensione. Crediti: NASA Ames/W. Stenzel

Distribuzione degli esopianeti per dimensione. Crediti: NASA Ames/W. Stenzel

Dimensioni del raccolto a parte, la novità principale dello studio presentato oggi è il metodo di scrematura fra i veri nuovi pianeti e i tanti falsi positivi in agguato: impostori il cui numero ha in passato gettato qualche ombra sul successo della sonda NASA. Un nuovo metodo, dicevamo (il nome del software è ‘Vespa’…): sempre più automatico, sempre più affidato alla statistica, com’è inevitabile vista la crescita esponenziale dei candidati. Anche i pianeti extrasolari cominciano a entrare nell’orbita dei big data, insomma. Meno analisi ad hoc, più parametri oggettivi.

E una soglia: il 99 percento, qualunque cosa voglia dire. Chi la supera è dentro, è confermato. Gli altri sono fuori. Dei 4302 candidati del catalogo Kepler del luglio scorso, fuori ne sono rimasti 707. Per loro la gara è finita: sono qualcosa d’altro, altri “fenomeni astrofisici” come li definiscono asetticamente i ricercatori del team. Probabilmente nane brune ed eclissi dovute a stelle binarie. Erano invece 984 quelli già con la promozione in tasca, per i quali l’esame di Kepler non è stato che una riconferma. Fra coloro che restano, 1327 sono stati rimandati a settembre: probabilmente pianeti ma ancora sotto la fatidica soglia del 99 percento. Ma ben 1284, appunto, sono i nuovi mondi confermati.

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