IL NUOVO LIBRO DI DAVIDE COERO BORGA

La fantasia che parla di scienza

Scienza della fantasia, da poco pubblicato per i tipi di Codice (pp. 253, euro 21) è l'ultima opera di Davide Coero Borga, redattore di Media INAF. Per recensirlo ci affidiamo all'intervista che ha realizzato RADIO24 e in particolare il programma Moebius, appuntamento settimanale con la scienza condotto da Federico Pedrocchi e Chiara Albicocco

     28/12/2015

copertinaScienza della fantasia, da poco pubblicato per i tipi di Codice (pp. 253, euro 21) è l’ultima opera di Davide Coero Borga, redattore di Media INAF. Non volendo, per ragioni di evidente opportunità, recensire in redazione il suo libro, ci affidiamo all’intervista che ha realizzato RADIO24 e in particolare il programma Moebius, appuntamento settimanale con la scienza condotto da Federico Pedrocchi e Chiara Albicocco.

Coero Borga ha messo insieme un grosso vocabolario di storie fantastiche: fiabe, racconti, novelle, romanzi, avventure, favole, ballate. Storie per giovanissimi piene di draghi sputafuoco, belle addormentate, mele avvelenate, eroi e malandrini, pirati, esploratori, scontri all’arma bianca, esperimenti da laboratorio e monellerie. Protagonista la scienza.

«La possibilità di viaggiare nel tempo, volare nello spazio e sbirciare nell’infinitamente piccolo basta ad accendere la miccia della più esplosiva delle storie», spiega Coero Borga. «Talvolta, dal punto di vista scientifico, si tratta ancora di semplici ipotesi. Altre volte si ha la sensazione che la fantasia abbia in qualche misura anticipato le questioni con cui la scienza ha dovuto in seguito, necessariamente, fare i conti, sfiorando anzitempo i temi più intriganti, discussi, sviscerati».

Anche inventare storie è una cosa seria, scriveva Gianni Rodari. E proprio al Rodari di Grammatica della fantasia sembra rimandare il titolo del libro di Coero Borga, dove è la storia della scienza a svolgersi come un gomitolo nelle fiabe di Perrault, dei fratelli Grimm e di Andersen: fra i trucchi e i sortilegi dell’apprendista stregone e gli alambicchi di uno scienziato pazzo, la fantasia lascia il passo alla fantascienza e infine alla scienza cruda.

Ma facciamo un esempio: complici le feste, torna bene partire da un grande classico della tradizione, il Canto di Natale di Charles Dickens. Ebenezer Scrooge, spilorcio spietato avvoltoio di una fumosa Londra di meta Ottocento, riceve la visita di tre spettri la notte della vigilia di Natale. Sono i fantasmi del Natale passato, presente e futuro. Con loro viaggerà nel tempo per imparare a quali terribili conseguenze conducono i suoi comportamenti. Anche questa storia parla di scienza?

«Eccome. Viaggiare nel tempo non è un puro e semplice inganno della fantasia. La scienza ci dice che in linea di principio si può fare, a patto di raggiungere velocità supersoniche. A cavallo di un razzo con autonomia di volo pressoché illimitata, oppure comodamente seduti in una centrifuga che ruota alla velocità della luce. Anche atterrare su una pulsar sembra una buona idea: la gigantesca massa della stella dovrebbe manipolare il tempo a nostro uso e consumo. Certo, il problema in questi casi è sopravvivere», spiega Coero Borga. «Il ricco e avaro Scrooge scorrazza avanti e indietro nel tempo in compagnia di ectoplasmi e fantasmi. Per una macchina del tempo come si deve bisogna aspettare la fine dell’Ottocento e la fantasia di Herbert George Wells. Ma il viaggio nel tempo è e resta un tema cardine della scienza fantastica. C’è una macchina del tempo nascosta anche nei sotterranei del museo archeologico di Topolinia. E a vestire i panni dei crononauti sono Pippo e Topolino, beniamini del settimanale a fumetti e di volta in volta catapultati in un’epoca diversa. Nel corso delle loro scorribande i due crononauti devono però attenersi a un rigido protocollo: anzitutto è fatto loro divieto di prendere qualsivoglia iniziativa che possa cambiare il corso degli eventi; inoltre è importante che nessuno dei due incontri il se stesso del passato, per non dare vita a paradossi spaziotemporali».

«La probabilità che si verifichi qualcosa del genere è pressoché nulla», prosegue Coero Borga. «Secondo Igor Novikov, astrofisico e cosmologo russo, se anche un tizio viaggiasse a ritroso per uccidere il proprio nonno, non ci riuscirebbe. Se il viaggiatore del tempo può cambiare il passato, insomma, lo può fare solo in un universo parallelo al nostro. Come nell’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica proposta dal fisico statunitense Hugh Everett III nel 1957».

È realistico pensare che esista già qualcuno in grado di viaggiare nel tempo?interno

«Difficile a dirsi», chiosa Coero Borga. «Per verificare l’ipotesi c’è addirittura chi si è lanciato a organizzare un party esclusivo nei locali della Cambridge University: è Stephen Hawking, che con l’ironia di sempre ha fatto preparare champagne e bollicine per una festa cui non si è presentato nessuno. Gli inviti alla serata di gala, d’altra parte, sono stati spediti solo a ricevimento chiuso. Ma nessun crononauta ha approfittato dell’occasione».

Un Canto di Natale tutto in salsa scientifica. Cosa direbbero i protagonisti di un’altra grande fiaba della tradizione – Hänsel e Gretel – a sentir parlare di dolci, panettoni e tavole imbandite in termini accademici?

«I due fratellini protagonisti della fiaba tedesca riportata dai fratelli Grimm, famosi per il languore con cui si avventano sulle pareti della casetta di marzapane, potrebbero far pensare a un atteggiamento bulimico non diagnosticato o a un disturbo da alimentazione incontrollata», scherza Coero Borga.

Una nota a parte, invece, la meritano le belle illustrazioni di cui è corredato il volume Scienza della fantasia, a firma di Ester Chilese. Il suo tratto e la fattura del libro, regalano il brivido e l’emozione di un vecchio prodotto editoriale, fatto a mano, con scrupolo.

«Ester ha dipinto un’intera pinacoteca dal profumo surrealista per vestire le immagini e le parole che ho scelto per il lettore, come mai avrei sperato», conclude Coero Borga.