I CAMBIAMENTI COLTI GRAZIE AD HUBBLE

La Grande Macchia Rossa si rifà il look

La nuova immagine è il primo di una serie di ritratti annuali dei pianeti esterni del sistema solare ripresi da Hubble e che permetterà di ottenere nuovi dettagli dei pianeti esterni, aiutando gli scienziati a studiare come cambiano nel corso del tempo.

     13/10/2015

This new image from the largest planet in the Solar System, Jupiter, was made during the Outer Planet Atmospheres Legacy (OPAL) programme. The images from this programme make it possible to determine the speeds of Jupiter’s winds, to identify different phenomena in its atmosphere and to track changes in its most famous features. The map shown was observed on 19 January 2015, from 15:00 UT to 23:40 UT.

In questa nuova immagine di Giove ripresa dal telescopio Hubble, sono stati catturati diversi fenomeni in atto sul gigante gassoso, tra cui venti, nubi e tempeste. Queste nuove mappe, ottenute grazie alla Hubble Wide Field Camera  con riprese 10 ore al giorno, consentono di determinare le velocità dei venti di Giove, di individuare fenomeni diversi nella sua atmosfera e tenere traccia delle eventuali modifiche nelle sue più famose caratteristiche.

Le nuove immagini confermano che la grande tempesta, che imperversa sulla superficie di Giove da almeno trecento anni, continua a ridursi, ma certo non può risolversi senza una strenua lotta interna perché resti tale. Infatti la tempesta, conosciuta come la Grande Macchia Rossa, che nell’immagine vediamo leggermente spostata a destra, è diminuita nelle dimensioni con una rapidità sempre maggiore di anno in anno, ma ora il tasso di riduzione della tempesta sta diminuendo anche se il vortice appare comunque più piccolo di 240 km rispetto al 2014.

La dimensione del vortice non è l’unico cambiamento catturato da Hubble. Anche il colore è meno intenso di un tempo, e un inconsueto “ricciolo” attraversa quasi tutta la larghezza del vortice. Questo filamento durante le dieci ore di sequenza è stato visto ruotare e si avvitarsi su se stesso in continuazione, scosso dai venti che soffiano a 540 km all’ora.

Un’altra caratteristica interessante di queste nuove osservazioni del pianeta gigante, che fanno parte del programma OPAL (Outer Planet Atmosfere Legacy), che consentirà ad Hubble di dedicare annualmente un po’ di tempo per l’osservazione dei pianeti esterni del sistema solare, è stato il rilevamento, appena a nord dell’equatore, di una sorta di rara onda che era stata avvistata sul pianeta solo una volta prima, decenni fa dalla missione Voyager 2, lanciata nel 1977. L’immagini delll’onda ripresa dal Voyager 2 era appena visibile e gli astronomi cominciarono a pensare che il suo aspetto fosse stato casuale, almeno fino ad oggi.

L’attuale ondata è stato trovato in una zona disseminata di cicloni e anticicloni. Onde simili – chiamate onde barocline – a volte appaiono nell’atmosfera terrestre, dove i cicloni si formano. L’onda sembra abbia origine sotto le nuvole, diventando visibile solo quando si si propaga al di sopra di esse.