NUOVE IMMAGINI AD ALTA RISOLUZIONE

Plutone, un singolare cocktail geologico

Le ultime immagini ravvicinate di Plutone provenienti dalla sonda New Horizons della NASA rivelano una varietà di caratteristiche superficiali che stupiscono gli scienziati per la loro inaspettata complessità, qualcosa di mai osservato finora su nessuno degli altri corpi celesti del sistema solare

     11/09/2015
“Prospettiva sintetica” composta con le ultime immagini scaricate da New Horizons

In questa “prospettiva sintetica” composta con le ultime immagini scaricate da New Horizons, la superfice di Plutone come se fosse vista da 1.800 km di altezza, invece che dagli 80.000 km di distanza a cui è effettivamente avvenuto il flyby del 14 luglio scorso. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

«Plutone ci sta mostrando una diversità di morfologia e una complessità di processi forse addirittura superiore a tutto ciò che abbiamo finora visto nel sistema solare», commenta entusiasticamente Alan Stern, il responsabile scientifico di New Horizons del Southwest Research Institute (SwRI), alla vista delle ultime immagini ad alta risoluzione inviate da New Horizons. «Se un artista avesse disegnato in questo modo una raffigurazione di Plutone prima del nostro sorvolo ravvicinato, probabilmente l’avrei definita assolutamente esagerata. Invece è proprio quello che si trova lassù».

New Horizons ha iniziato il download delle immagini riprese durante il flyby del 14 luglio scorso, che richiederà un anno perché vengano scaricate tutte. Le immagini arrivate in questi ultimi giorni hanno più che raddoppiato la quantità di superficie di Plutone vista alla risoluzione di 400 metri per pixel.

I mosaici ottenuti dalla composizione di diverse immagini a questa risoluzione rivelano nuove e differenziate caratteristiche, come possibili dune, colate di ghiaccio d’azoto che – apparentemente – fuoriescono da regioni montuose riversandosi sulla pianura, reti di valli scolpite presumibilmente dal materiale che scorre sulla superficie di Plutone.

Terreno caotico

Al centro di questa immagine di circa 500 km di lato si distingue una zona con terreno caotico e fratturato. I dettagli distinguibili più piccoli sono grandi 800 metri. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

Si distinguono anche grandi regioni con montagne aggregate in maniera caotica, che ricordano i cosiddetti terreni perturbati sulla luna ghiacciata di Giove, Europa.

«La superficie di Plutone è tanto complessa quanto quella di Marte», dice Jeff Moore, direttore del gruppo di Geologia, Geofisica e Imaging (GGI) allo Ames Research Center della NASA, a Moffett Field, in California. «Le montagne disposte in modo caotico potrebbero essere enormi blocchi di duro ghiaccio d’acqua, galleggianti su un vasto deposito di azoto congelato, più denso e morbido, all’interno della regione informalmente chiamata Sputnik Planum».

Le nuove immagini mostrano anche la parte di terreno più intensamente craterizzata – e quindi più antica – finora vista su Plutone, subito accanto alle più giovani pianure ghiacciate, per la maggior parte senza crateri. Gli scienziati pensano di intravedere anche quello che potrebbe essere un campo di dune scure, prodotte dal vento.

«Vedere dune su Plutone – se di questo effettivamente si tratta – sarebbe alquanto sorprendente, dal momento che l’attuale atmosfera di Plutone è così sottile», spiega William B. McKinnon, dalla Washington University di St. Louis e vice direttore del GGI. «O Plutone possedeva un’atmosfera più spessa in passato, oppure è in atto qualche processo che non abbiamo ancora capito. E’ un vero rompicapo».

Questa vista che spazia su un’area di circa 350 km di lato illustra bene l’incredibile diversità di riflettività superficiale e di conformazione geologica presenti su Plutone. Un vero mistero sono quelli che sembrano dei crinali scuri allineati, simili a dune. Crediti:

Questa vista che spazia su un’area di circa 350 km di lato illustra bene l’incredibile diversità di riflettività superficiale e di conformazione geologica presenti su Plutone. Un vero mistero sono quelli che sembrano dei crinali scuri allineati, simili a dune. Crediti:

Altre immagini arrivate nei giorni scorsi hanno inoltre rivelato che la foschia atmosferica globale di Plutone ha molti più strati di quanto si fosse potuto distinguere nelle prime immagini compresse inviate a Terra lo stesso giorno del sorvolo, e come invece si può apprezzare nella versione a risoluzione piena dell’istantanea “in controluce” ripresa da New Horizons da 770.000 km di distanza mentre abbandonava il pianeta nano dopo il loro fugace incontro.

In questa immagine, il Sole si trova dietro Plutone e ne illumina la foschia atmosferica. Nell’elaborazione di destra si distinguono diversi strati, mentre in quella a sinistra si intravedono dei raggi crepuscolari, simili alle ombre proiettate dalle montagne terrestri sulle nubi dopo il tramonto. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

In questa immagine, il Sole si trova dietro Plutone e ne illumina la foschia atmosferica. Nell’elaborazione di destra si distinguono diversi strati, mentre in quella a sinistra si intravedono dei raggi crepuscolari, simili alle ombre proiettate dalle montagne terrestri sulle nubi dopo il tramonto. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

Infine, gli scienziati si sono accorti che la foschia atmosferica attorno a Plutone crea un effetto crepuscolare che illumina leggermente anche il terreno sul lato notturno, oltre la linea d’ombra del tramonto, rendendolo visibile alle fotocamere a bordo di New Horizons. «Questo punto di vista crepuscolare aggiuntivo è un dono meraviglioso di cui Plutone ci ha omaggiato», ha detto John Spencer del Southwest Research Institute a Boulder, in Colorado, un altro vicedirettore del GGI. «Ora siamo in grado di studiare la geologia di un terreno che non ci saremmo mai aspettati di vedere».

Le scoperte fatte nel nuovo set di immagini non sono limitate alla superficie di Plutone. Riprese più dettagliate, rispetto a quelle quelle disponibili finora, dei satelliti di Plutone Caronte, Nix e Hydra sono in fase di caricamento sul sito che raccoglie le immagini grezze della fotocamera Long Range Reconnaissance Imager (LORRI). Gli scienziati anticipano che queste immagini evidenziano bene come ogni luna sia unica, e come il passato di Caronte sia stato alquanto travagliato.

Caronte ripresa, sempre il 14 luglio 2015, da New Horizons a una distanza di 470.000 km. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

Caronte ripresa, sempre il 14 luglio 2015, da New Horizons a una distanza di 470.000 km. Crediti: NASA/Johns Hopkins Univ./SwRI

Nell’immagine riprodotta qui sopra, che abbraccia tutti i 1.200 km di diametro della luna, Caronte mostra infatti i segni evidenti di una storia geologica sorprendentemente complessa, tra cui: fratturazione tettonica; pianure frammentate relativamente lisce in basso a destra; diverse enigmatiche montagne circondate da formazioni sprofondate nel terreno sul lato destro; regioni piene di crateri al centro e nella parte superiore sinistra del disco. I dettagli più piccoli distinguibili in questa immagine sono di dimensioni attorno ai 4,5 km.

Per quanto riguarda l’eroina di questa vicenda, la sonda New Horizons, si trova ora a più di 5 miliardi di chilometri dalla Terra, e a più di 70 milioni di chilometri oltre Plutone. La navicella è in salute e tutti i sistemi a bordo funzionano correttamente, rassicurano dal centro di controllo.