I PIANI NASA PER CATTURARE ASTEROIDI

Prova a prendermi

Proseguono i lavori della missione ARM (Asteroid Redirect Mission) della NASA il cui obiettivo finale è quello di catturare un asteroide, metterlo in orbita attorno alla Luna e renderlo una meta di esplorazione umana e analisi scientifica

     17/02/2014
Un astronauta intento nella cattura di un asteroide. Crediti: NASA

Un astronauta intento nella cattura di un asteroide. Crediti: NASA

Quando quasi un anno fa la NASA ha annunciato ufficialmente i piani di una nuova missione mirata a neutralizzare gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, gli articoli di giornali e riviste si sono popolati di citazioni di Armageddon, il blockbuster hollywoodiano dove un nerboruto Bruce Willis si fa inviare in una missione senza speranza per far saltare in aria un asteroide delle dimensioni del Texas che sta per colpire il nostro pianeta.

La missione ARM (Asteroid Redirect Mission) della NASA è però meno machista e decisamente più complessa di così. “Conosci il nemico”, ammoniva Sun Tzu ne “L’arte della guerra”, e l’agenzia spaziale statunitense sembra aver deciso di prendere alla lettera l’insegnamento dell’antico generale cinese. I piani della missione ARM sono infatti quelli di catturare un asteroide (non per forza pericoloso, ma se pericoloso tanto meglio) e spingerlo nella nostra regione spaziale immettendolo in orbita attorno alla Luna. Una volta neutralizzato e domato, l’asteroide diventerebbe così una comoda meta per una missione con equipaggio e una tappa intermedia per la prossima missione su Marte.

La NASA sta valutando due possibili prototipi di navicelle robotiche capaci di catturare e reindirizzare la massa di un asteroide in un’orbita stabile attorno alla Luna. Una prima proposta è quella di lavorare direttamente con un asteroide intero, molto piccolo, la seconda è quella di riuscire a prelevare una parte di un asteroide più grande.

Una missione di questo tipo è interessante per diverse ragioni. Non solo riusciremmo a mettere in piedi (se non subito almeno gradualmente) un sistema di difesa contro asteroidi pericolosi, ma avremmo anche (entro il 2020) un traguardo intermedio per una missione umana in attesa della missione NASA su Marte, prevista per il 2030. La cosa più interessante dal punto di vista scientifico sarà invece riuscire a studiare l’esatta composizione degli asteroidi, che sono tra gli oggetti più antichi del sistema solare, una sorta di Stele di Rosetta per poter decifrare molti dei quesiti cosmici ancora aperti riguardanti il sistema solare primordiale.

Come si capisce sin da subito, le fasi del programma ARM sono diverse, ognuna delle quali conferisce un grado di complessità aggiuntivo alla missione. Il programma sarà in grado di fare affidamento su diverse novità tecnologiche ancora in fase di sviluppo, tra cui il nuovo veicolo spaziale Orion e il potente razzo Space Launch System (SLS). Ma gran parte della ricerca di base per la missione si farà da Terra. E la caccia è già iniziata. Il primo passo sarà infatti quello di riuscire a identificare gli asteroidi interessanti. Per quanto potenti e avanzate saranno le sonde che cattureranno gli asteroidi, non potremo scegliere a caso nel catalogo cosmico: bisognerà trovare un asteroide che viaggi già su una traiettoria favorevole, e che pesi tra le 500 e le 1.000 tonnellate.

Dati alla mano non sono poi troppi gli oggetti vicini alla Terra che potrebbero diventare buoni candidati per ARM. La maggior parte degli asteroidi conosciuti sono troppo grandi per essere catturati, o hanno orbite radicalmente differenti da quelle utili perché un veicolo spaziale possa riuscire a spingerli nei dintorni della Luna. Per i piccoli asteroidi che si avvicinano alla Terra, invece, il programma Near-Earth Object della NASA ha sviluppato un sistema di risposta rapida il cui obiettivo principale è quello di mobilitare le attività di osservazione quando un asteroide appena osservato potrebbe rivelarsi un un potenziale candidato per la missione ARM . “Ci sono diversi elementi in gioco, ma se la dimensione fosse l’unico fattore ci piacerebbe trovare un asteroide più piccolo di una decina di metri di diametro”, spiega Paul Chodas, scienziato senior del programmma Near-Earth Object del Jet Propulsion Laboratory della NASA. “Ci sono centinaia di milioni di oggetti là fuori in questo intervallo di grandezza, ma sono piccoli, non riflettono molta luce solare e possono essere difficili da individuare. Il momento migliore per scoprirli è quando sono più brillanti, quando sono vicini alla Terra”.

Le indagini che scandiscono ripetutamente il cielo alla ricerca di oggetti di questo tipo rilevano centinaia di asteroidi in movimento in una sola notte. Secondo alcune stime, decine di asteroidi delle giuste dimensioni sorvolano ogni anno la Terra a una distanza più vicina di quella della Luna. Ma solo una frazione di questi viene effettivamente osservata (circa la metà passa vicino alla Terra durante il giorno rendendosi invisibile nel bagliore luminoso della luce solare), e solo una parte ancora più piccola viaggia in orbite favorevoli per ARM. Ma Chodas è ottimista sulle possibilità di trovare il bersaglio perfetto per la missione “Ci sono un sacco di asteroidi là fuori, e ci sono un sacco di persone a lavoro qui sotto”, spiega. “Metti insieme le due cose ed è solo una questione di tempo prima di trovare alcune rocce spaziali che si adattino alle nostre esigenze”.