IL FLYBY DEL 9 OTTOBRE

Dì salve a Juno

L'intero pianeta ha detto "Hi" (ciao) alla sonda della NASA in viaggio verso Giove, dove arriverà solo nel 2016. È la prima volta che dei radioamatori hanno inviato un messaggio in codice Morse a una navicella interplanetaria. Un modo per verificare se è possibile comunicare la presenza di vita intelligente sulla Terra ad una sonda extraplanetaria

     11/12/2013

juno-Migliaia di radioamatori in tutto il mondo hanno detto “ciao” alla sonda della NASA Juno lo scorso 9 ottobre, durante il suo passaggio ravvicinato alla Terra. Juno ha ricevuto dalla Terra il colpo di frusta necessario per raggiungere nel 2016 il pianeta Giove e studiare, tra le altre cose, la sua magnetosfera e i fenomeni aurorali a essa correlati. “Juno’s radio & plasma wave experiment”, chiamato semplicemente “wave”, è stato in grado di rilevare il segnale in codice Morse.

La NASA ha organizzato in grande stile questa inedita forma di saluto invitando i radioamatori di tutto il mondo a predisporre tutto il necessario per sintonizzare i loro ricetrasmettitori nella banda dei 10 metri, i 28 MHz. Nel momento di massima vicinanza, il comitato di saluto ha formato le due lettere H e I del codice Morse seguendo un rituale particolare.

Juno non ha risposto al saluto e, dicono gli esperti, non ha neanche decodificato il messaggio. Dopo che i messaggi degli operatori radioamatori sono stati inviati, però, la squadra di Juno presso i laboratori del Jpl di Pasadena ha valutato i dati dello strumento Wave contenenti i messaggi. Il messaggio era visibile già prima del flyby, quando la sonda era ancora oltre i 37 mila chilometri dalla Terra.

Secondo Bill Kurth, ricercatore principale per lo strumento Wave presso la University of Iowa “questa è stata la prima volta che delle informazioni intelligenti sono state trasmesse ad uno strumento spazio interplanetario di passaggio”. “Questo è stato un modo per coinvolgere un gran numero di persone, anche per aumentare l’interesse verso la missione. Molti saranno motivati ​​a seguire la missione Juno anche quando arriverà su Giove”.

“Abbiamo voluto verificare se si può comunicare la presenza di vita intelligente sulla Terra a una sonda interplanetaria”, ha detto Kurth. Adesso sappiamo che è possibile. Sebbene le missioni spaziali precedenti – come Galileo verso Giove e Cassini verso Saturno – siano state in grado di rilevare le trasmissioni radio ad onde corte durante il loro incontro con la Terra, non è stato possibile decodificare informazioni intelligenti utilizzando i dati provenienti da quelle sonde.

Il progetto “Say Hi” è stato reso possibile dal fatto che Juno è passato a 350 miglia dalla superficie terrestre lo scorso 9 ottobre. Il progetto della missione prevede che Juno orbiti 33 volte attorno a Giove. La sonda esplorerà luci del nord e del sud volando direttamente attraverso i sistemi di corrente elettrica che li generano.

Per saperne di più:

Vai al sito del progetto Say Hi to Juno