ALLO STUDIO UN SISTEMA AUTOMATIZZATO

Il satellite sarà “preda” del robot

La cattura di satelliti o altri oggetti spaziali fuori controllo è uno dei campi che maggiormente interessano le agenzie spaziali di tutto il mondo. Ma agganciare con un robot un satellite in microgravità è tutt'altro che semplice, le conseguenze potrebbero essere disastrose. E allora un gruppo di scienziati ha guardato agli animali e alla loro capacità visiva nella fase di cattura di una preda

     05/11/2013

gravity-posterChe la fantascienza diventi spesso scienza di fatto, non è cosa nuova. L’ha insegnato  Jules Verne, dal fax al razzo per la Luna passando per il sommergibile o ancora prima Leonardo Da Vinci.

E in parte anche Gravity, il film che ha sbancato il botteghino di tutto il mondo, con protagonisti George Clooney e Sandra Bullock. Quell’improbabile avventura resa più complessa dalla microgravità, da quell’assenza di gravità figurata dalla caduta libera dell’oggetto che orbita intorno al nostro pianeta, che sia un satellite, uno shuttle o una stazione spaziale.

E a Gravity sembrano essersi inspirati Angel Flores-Abad e Ou Ma del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale dell’Università Statale del New Mexico. Tema del loro studio, che sarà pubblicato sulla rivista International Journal of Mechanisms and Robotic Systems è la cattura di un oggetto orbitante uscito fuori controllo a causa di un malfunzionamento. Cattura da parte di un sistema robotico. Un campo che è ormai di notevole interesse per le agenzie spaziali di tutto il mondo. La natura del moto orbitale e gli effetti della gravità obbedendo alle leggi del moto di Newton dicono che un robot nel tentativo di raggiungere e afferrare un oggetto potrebbe impattare l’oggetto stesso spinto dalla propria inerzia, o modificarne sostanzialmente la traiettoria producendo danni o rendendo più complesso l’intervento di recupero. Inoltre potrebbe danneggiare anche il proprio modulo di controllo che sta alla base del suo intervento.

Per trovare un soluzione i ricercatori hanno guardato alla natura, agli animali compreso l’uomo per identificare l’approccio visivo di un oggetto in movimento, come una preda, ai fini di catturarlo. L’analisi matematica viene sfruttata per realizzare un braccio robotico che possa raggiungere l’oggetto spaziale fuori controllo senza danneggiarlo o senza essere danneggiato, riducendo al minimo le forze d’impatto.

Sono state effettuate alcune simulazioni al computer che hanno dimostrato come la cattura dell’oggetto può avvenire con una velocità relativa, tra la mano del robot e il satellite in caduta, vicina allo zero.

Un primo passo verso una vera e propria missione spaziale .