DALLA SONDA NEW HORIZONS

Primi pixel di Caronte

Li vedrà da vicino fra due anni. Nel frattempo la sonda NASA New Horizons scatta la prima immagine in cui si può scorgere la luna Caronte distinta dal pianeta nano Plutone. Un importante test tecnologico, che potrebbe anche fornire dati utili alle analisi scientifiche.

     12/07/2013
Immagine composita da New Horizons di Plutone e della sua luna maggiore, Caronte. Nel riquadro a destra i due corpi sono cerchiati e Plutone è ovviamente l’oggetto più luminoso verso il centro dell’immagine. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Immagine composita da New Horizons di Plutone e della sua luna maggiore, Caronte. Nel riquadro a destra i due corpi sono cerchiati e Plutone è ovviamente l’oggetto più luminoso verso il centro dell’immagine. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Certe volte le immagini che gli astronomi considerano storiche non risultano granché impressionanti all’occhio del profano. E’ il caso di quella riprodotta a fianco, che mostra il pianeta nano Plutone con a fianco la più grande delle sue lune, Caronte, ripresi dalla sonda spaziale della NASA New Horizons utilizzando la camera telescopica LOng Range Reconnaissance Imager (LORRI), quella a maggiore definizione di cui è equipaggiata.

Questa immagine, ottenuta dalla composizione di sei successive osservazioni, rappresenta l’inizio delle attività scientifiche per New Horizons, una missione lanciata nel 2006 e che attualmente si trova a una distanza da Plutone di circa 880 milioni di chilometri. Un lungo tragitto che coprirà in due anni per trovarsi il 14 luglio 2015 faccia a faccia con il pianeta nano e le sue lune, di cui farà un reportage completo passandogli accanto a soli 12.500 chilometri.

Con un diametro di 1,207 chilometri e ricoperta di ghiaccio, Caronte è la più grande delle 5 lune conosciute di Plutone, attorno a cui orbita a una distanza di circa 19.000 chilometri. Il fatto di poterla ben distinguere, seppure in una manciata di pixel, rappresenta un risultato decisamente incoraggiante. “Oltre ad essere un ottimo test tecnologico”, commenta il responsabile della missione Alan Stern, “questa nuova immagine di Caronte e Plutone dovrebbe fornire anche qualche dato scientifico”. Grazie all’angolo di vista particolare con cui è stata ripresa l’immagine, infatti, si potrebbero avere nuovi indizi sulle proprietà superficiali di Caronte e Plutone, compresa la possibilità che uno strato di fini particelle li ricopra completamente. “Siamo ben contenti di avere il nostro primo pixel di Caronte,” conclude Stern, “ma fra due anni, in prossimità del passaggio ravvicinato, avremo almeno un milione di pixel di Caronte. E mi aspetto che saremo anche un milione di volte più felici!”