RETROSCENA D’UN ACCORPAMENTO SVENTATO

I sei giorni dell’INAF

Fra il pomeriggio di martedì 25 maggio e quello del lunedì successivo l’INAF ha vissuto sei giornate convulse. Quasi 150 ore in bilico fra scenari preoccupanti, dalla soppressione all’accorpamento con il CNR. Abbiamo cercato di ricostruirle con il Presidente, Tommaso Maccacaro

     15/06/2010

Il destino dell’INAF è tutt’altro che sereno. Con la manovra finanziaria ancora in discussione e le ipotesi sui tagli che incombono, dai finanziamenti al turn-over, quello al quale andiamo incontro è un inizio estate denso di nubi. Ma una grande burrasca, speriamo l’unica, è alle spalle. È quella che ha investito in pieno il nostro istituto fra il pomeriggio di martedì 25 maggio e quello del lunedì successivo. Quando le sorti dell’INAF sembravano appese a un filo più sottile che mai. Sballottati dentro e fuori dalle bozze del decreto legge su «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», la maggior parte di noi ha vissuto quelle ore con passione e partecipazione.

Ora che le acque, seppur ancora minacciose, si sono un po’ calmate, abbiamo provato a ricostruire cos’è accaduto insieme a Tommaso Maccacaro, presidente dell’INAF. Una lunga intervista, quasi mezz’ora, per capire meglio il suo punto di vista. Per farci raccontare da lui stesso come ha vissuto quei sei terribili giorni. Ma anche per toglierci alcune curiosità: quando ha saputo che la manovra avrebbe coinvolto pure l’INAF? Ha seguito, il presidente, il tumultuoso susseguirsi d’interventi nelle liste di discussione e su Facebook? Aveva in mente un «piano B», nel caso la situazione fosse precipitata? Se sì, quale? E ancora: come e da chi ha appreso la buona notizia, ovvero che l’INAF sarebbe rimasto un istituto autonomo? Come ha reagito l’Istituto innanzi a una prova così dura? E infine: ha un profilo su Facebook, Tommaso Maccacaro? Sentiamo:

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