L’ENORME DISCO È UNO FRA I PIÙ INSOLITI

Il chivito di Dracula

Il telescopio spaziale Hubble ha immortalato il più grande disco protoplanetario conosciuto, che si estende per ben 650 miliardi di chilometri, circa 40 volte il diametro del Sistema solare. Questa immensa struttura, situata a soli mille anni luce dalla Terra, presenta un ambiente sorprendentemente caotico e turbolento per la formazione dei pianeti. Tutti i dettagli su ApJ

     29/12/2025

Se vi state chiedendo cosa c’entri un panino uruguayano con il celebre vampiro della Transilvania, e soprattutto cosa abbia a che fare un titolo così bizzarro con l’astronomia, sappiate che il soggetto in questione è il più grande disco protoplanetario mai osservato attorno a una giovane stella, catturato dal telescopio spaziale Hubble.

Questa immagine del telescopio spaziale Hubble mostra il più grande disco di formazione planetaria mai osservato attorno a una giovane stella. Si estende per quasi 650 miliardi di chilometri, 40 volte il diametro del Sistema solare. Inclinato quasi di taglio rispetto alla Terra, il disco scuro e polveroso assomiglia a un hamburger. Hubble ha rivelato che è insolitamente caotico, con filamenti luminosi di materiale che si estendono molto al di sopra e al di sotto del disco, più di quanto si sia mai visto in qualsiasi altro disco circumstellare simile. Catalogato come Iras 23077+6707, il sistema si trova a circa mille anni luce dalla Terra. La scoperta segna una nuova pietra miliare per Hubble e offre nuove informazioni sulla formazione dei pianeti in ambienti estremi in tutta la galassia. Crediti: Nasa, Esa, Stsci, Kristina Monsch (CfA); elaborazione: Stsci/ Joseph DePasquale

Situato a circa mille anni luce dalla Terra, Iras 23077+6707 – soprannominato “Chivito di Dracula” – si estende per quasi 650 miliardi di chilometri, 40 volte il diametro del Sistema solare, fino al bordo esterno della fascia di Kuiper. Il disco oscura la giovane stella al suo interno, che secondo gli scienziati potrebbe essere una stella calda e massiccia o una coppia di stelle. L’enorme disco non è solo il più grande disco di formazione planetaria conosciuto, ma si sta anche rivelando uno dei più insoliti.

Per la prima volta nella luce visibile, Hubble ha rivelato che il disco è inaspettatamente caotico e turbolento, con filamenti di materiale che si estendono molto più in alto e più in basso rispetto a quanto gli astronomi abbiano mai osservato in sistemi simili. Stranamente, i filamenti più estesi sono visibili solo su un lato del disco.

I risultati dello studio, pubblicati la scorsa settimana su The Astrophysical Journal, costituiscono una nuova pietra miliare per Hubble e fanno luce su come i pianeti possano formarsi in ambienti estremi.

«Il livello di dettaglio che stiamo osservando è raro nell’imaging dei dischi protoplanetari, e queste nuove immagini del telescopio Hubble dimostrano che i vivai planetari possono essere molto più attivi e caotici di quanto ci aspettassimo», dice Kristina Monsch del Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian (CfA), prima autrice dello studio. «Stiamo osservando questo disco quasi di profilo e i suoi strati superiori sottili e le sue caratteristiche asimmetriche sono particolarmente sorprendenti. Sia Hubble che il telescopio spaziale James Webb della Nasa hanno intravisto strutture simili in altri dischi, ma Iras 23077+6707 ci offre una prospettiva eccezionale, consentendoci di tracciare le sue sottostrutture nella luce visibile con un livello di dettaglio senza precedenti. Questo rende il sistema un laboratorio unico e nuovo per lo studio della formazione dei pianeti e degli ambienti in cui avviene».

Il soprannome “Chivito di Dracula” riflette scherzosamente le origini di due ricercatori coinvolti nello studio: uno proviene dalla Transilvania e l’altro dall’Uruguay, dove il piatto nazionale è per l’appunto un panino chiamato chivito. Il disco di taglio ricorda infatti un hamburger, con una striscia centrale scura affiancata da strati superiori e inferiori luminosi di polvere e gas.

L’impressionante estensione verticale di queste strutture non è stata l’unica caratteristica a catturare l’attenzione degli scienziati. Le nuove immagini rivelano infatti che tali formazioni, simili a imponenti filamenti verticali, compaiono solo su un lato del disco, mentre l’altro presenta un bordo netto, privo di filamenti visibili. Questa asimmetria strutturale, insolita e marcata, suggerisce che il disco sia modellato da processi dinamici, come una recente caduta di polvere e gas o interazioni con l’ambiente circostante.

«Siamo rimasti sbalorditi nel vedere quanto sia asimmetrico questo disco», riferisce Joshua Bennett Lovell, astronomo del CfA. «Hubble ci ha offerto un posto in prima fila per osservare i processi caotici che stanno modellando i dischi mentre formano nuovi pianeti, processi che non comprendiamo ancora appieno ma che ora possiamo studiare in un modo completamente nuovo».

Tutti i sistemi planetari si formano da dischi di gas e polvere che circondano le giovani stelle. Nel corso del tempo, il gas si accumula sulla stella e dai materiali rimanenti emergono i pianeti. Iras 23077+6707 potrebbe rappresentare una versione ingrandita del Sistema solare primordiale, con una massa del disco stimata tra 10 e 30 volte quella di Giove, ovvero materiale sufficiente per formare più giganti gassosi. Questo, insieme alle nuove scoperte, lo rende un caso eccezionale per lo studio della nascita dei sistemi planetari.

«In teoria, Iras 23077+6707 potrebbe ospitare un vasto sistema planetario», conclude Monsch. «Sebbene la formazione dei pianeti possa essere diversa in ambienti così massicci, i processi alla base sono probabilmente simili. Al momento abbiamo più domande che risposte, ma queste nuove immagini sono un punto di partenza per comprendere come si formano i pianeti nel tempo e in ambienti diversi».

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