IL RACCONTO NON DI UN UOMO MA DI TANTI, E FORSE DELLA STESSA UMANITÀ

Venere perché ti metti in mezzo?

Il libro “Tutta colpa di Venere” di Leonardo Piccione racconta le mille peripezie dell’astronomo francese Guillaume Le Gentil, che parte per osservare il transito del 1761 di Venere sul Sole e riesce a tornare in patria solo undici anni dopo, senza aver completato la sua missione. Un viaggio pieno di imprevisti e avventure, che si intreccia alle storie di molti altri personaggi

     05/04/2024

Leonardo Piccione, “Tutta colpa di Venere”, Neri Pozza, 2022, pp. 256, € 18,00. Crediti: S. Cussini/Inaf

Alcuni credono che i pianeti possano influire sulla nostra vita quotidiana. Forse tutti, una volta che qualcosa ci è andato male, abbiamo detto per scherzare, con un sorriso sulle labbra, “ho Saturno contro”, citando il famoso film diretto da Ferzan Özpetek. Nonostante l’astrologia non sia una scienza e gli astri non abbiano il potere di cambiare con il loro ascendente le nostre vite, la storia di Guillaume Le Gentil racconta di un caso in cui Venere si è messo in mezzo, letteralmente. In Tutta colpa di Venere di Leonardo Piccione (Neri Pozza Editore, 2022) viene ripercorsa la storia dell’astronomo che, nel 1759, partì alla volta di Pondicherry (India) per osservare il transito di Venere sul disco solare. Il pianeta, infatti, il 6 giugno del 1761 si sarebbe frapposto tra la Terra e il Sole creando una mini-eclissi sul disco. Un fenomeno che si ripete per due volte di seguito a distanza di otto anni con un intervallo di oltre un secolo. L’evento del 1761 era atteso da quando Edmund Halley lo aveva predetto quasi un secolo prima, nel 1676, e aveva suggerito di preparare due campagne, una appunto per il 1761 e l’altra otto anni più tardi, nel 1769, lanciando un appello alle nuove generazioni di «astronomi curiosi» affinché misurassero il transito del pianeta per poter finalmente ricavare la tanto agognata unità astronomica – la distanza tra la Terra e il Sole.

Il problema perseguitava gli astronomi da secoli, e quella era l’occasione che tutti aspettavano per risolvere il grande dilemma e poter rispondere all’interrogativo sulle dimensioni del nostro Sistema solare. Per risolverlo furono mandati astronomi per tutto il mondo ad effettuare le misure e Le Gentil fu uno di questi. L’autore, però, fin dalle prime pagine avverte subito i lettori: il protagonista fa parte del “novero dei perdenti”, perciò non aspettatevi il lieto fine. Questo libro non racconta di un vincitore, di un eroe, ma di uno scienziato perseverante che tenta di tutto per raggiungere il suo obiettivo. Come un moderno Ulisse, viaggia per ben undici anni per tentare di osservare il transito di Venere; eppure, sembra che la sorte si faccia beffe di lui, facendogli sempre mancare per un soffio il suo obiettivo.

Una sequenza di immagini composte insieme per mostrare il percorso di Venere davanti al Sole. Crediti: Nasa

Le Gentil passa così alla storia come protagonista della missione astronomica più lunga, come l’uomo più sfortunato. Nei suoi diari di viaggio racconta le sue avventure, le persone che incontra, descrive i luoghi e le culture. L’autore propone che, se ci fosse un modo per misurare la testardaggine umana, andrebbe misurata su «scala Le Gentil»: difficile, infatti, essere più testardi di un uomo che per compiere una misura di circa 16 minuti rimane 11 anni lontano da casa; tenta di fare un’osservazione del Sole su un barca scossa dalle onde in mezzo al mare con un telescopio di 5 metri, legato all’albero; prende il timone di una nave in burrasca per un litigio tra primo ufficiale e il capitano; intreccia rapporti con marina, politici e commercianti da tutto il mondo, viene intralciato da guerre, naufragi sfiorati e governatori ostili; viene creduto morto e tenta per due anni di tornare a casa per far sapere di essere vivo. Sembra che anche dopo la morte la beffa nei confronti dell’astronomo non sia finita: la stele eretta nella periferia di Coutances (Francia) in memoria dell’astronomo, vicino a dove sorgeva la sua tenuta, presenta infatti un’incisione con un errore sulla durata del viaggio. “Le Gentil de la Galaisière (1725 – 1792)”, riporta, “astronomo, avventuriero suo malgrado. Partito verso l’Oceano Indiano per osservare il passaggio di Venere davanti al sole, tornò in Francia dopo 7 anni di avventure e sfortuna…”

Nel libro la storia di Le Gentil si intreccia a quella dell’autore e di altri personaggi, tutti accomunati da una cosa: Venere. E così i capitoli scivolano tra gli anni fino ad arrivare all’ultimo transito del pianeta, nel 2012 – che se vi siete persi potete rivedere qui, visto che capiterà di nuovo nel 2117 –, quando Venere ha dato la possibilità di osservare cosa succede alla luminosità della stella quando un pianeta le passa davanti, ottenendo informazioni preziose per studio degli esopianeti. Ancora, Venere è di grande interesse per le missioni e se volete saperne di più potete tenervi aggiornati sulle novità che il pianeta ha da offrire.

Leggere questo libro non è il racconto di un uomo ma di tanti e forse della stessa umanità, perché un po’ l’universo sembra sempre farsi beffe di noi. “La storia che sta per cominciare è l’errare di un uomo e di tanti uomini, di un’epoca e di tutte le epoche, di un astronomo e chiunque osservi il cielo, perché le faccende lassù continuano a essere misteriose, e più contorte di quanto immaginiamo, e più le puntiamo più paiono ingovernabili, e noi più insulsi, e dannatamente più curiosi”.