LE ULTIME IMMAGINI DI GENNAIO 2024

Cicloni e anticicloni su Giove

Hubble monitora Giove e gli altri pianeti esterni del Sistema solare ogni anno nell'ambito del programma Outer Planet Atmospheres Legacy. Questi giganti gassosi sono infatti avvolti da nubi e nebbie sollevate da venti violenti, che cambiano ed evolvono continuamente nel tempo

     19/03/2024

Ogni anno il telescopio spaziale Hubble passa in rassegna i giganti gassosi del Sistema solare per fare il punto sulle loro condizioni meteo. Lo fa in maniera sistematica dal 2014, quando è cominciato un programma osservativo, l’Outer Planet Atmospheres Legacy (Opal), che ha lo scopo di monitorare le variazioni atmosferiche dei pianeti esterni, quelli con orbite più esterne rispetto a quella di Marte, formati appunto in prevalenza da gas. Il 5 e 6 gennaio 2024 è stato il turno di Giove. Le immagini le vedete qui sotto.

I due emisferi del pianeta Giove osservati da Hubble il 5 e 6 gennaio 2024 nell’ambito del programma osservativo di monitoraggio delle atmosfere dei pianeti esterni Opal. Crediti: Nasa, Esa, J. DePasquale (Stsci), A. Simon (Nasa-Gsfc)

A causa della maggiore distanza, la luce solare ha una capacità inferiore, rispetto a quanto avviene nell’atmosfera terrestre, di guidare la circolazione atmosferica dei pianeti gassosi esterni. Il clima di Giove, ad esempio, è guidato dal calore proveniente dall’interno. Questo calore, maggiore rispetto a quello del Sole, determina indirettamente i cicli di cambiamento di colore nelle nubi, come quello che sta attualmente evidenziando un sistema di alternanza di cicloni e anticicloni.

Le ultime immagini scattate dal telescopio Hubble sono quelle che vedete qui, e che catturano entrambi i lati del pianeta. Sono state prese con la Wide Field Camera 3 e con l’utilizzo di tre filtri: blu, verde e rosso. Qui potete invece trovare quelle scattate lo scorso anno.

Cominciamo dall’immagine di sinistra. Abbastanza grande da inghiottire la Terra, la caratteristica Grande Macchia Rossa non può mancare. È un tratto distintivo dell’atmosfera del pianeta da almeno 300 anni. In basso a destra, a una latitudine più meridionale, si trova un’altra macchia, più piccola per dimensioni e meno appariscente nella colorazione. Forse proprio per questo talvolta viene soprannominata ‘Macchia Rossa Jr’. Questo anticiclone è il risultato dell’unione di diverse tempeste nel 1998 e nel 2000, si è colorato di rosso per la prima volta nel 2006 per poi tornare a un pallido beige negli anni successivi. Quest’anno è di nuovo un po’ più rosso. L’origine della colorazione rossa è sconosciuta, ma potrebbe riguardare una serie di composti chimici come zolfo, fosforo o persino materiale organico. Rimanendo nelle loro corsie in latitudine, ma muovendosi in direzioni opposte, la Macchia Rossa Jr incrocia la Grande Macchia Rossa ogni due anni circa. Se aguzzate la vista, infine, potete scorgere un altro piccolo anticiclone rosso appare molto più a nord.

Passiamo ora all’attività temporalesca nell’emisfero opposto, l’immagine di destra. Qui si trovano una coppia di tempeste: un ciclone rosso intenso di forma quasi triangolare e un anticiclone rossastro, uno accanto all’altro, spostati un poco a destra rispetto al centro. Si tratta di tempeste che ruotano in direzioni opposte, indicano l’alternanza di sistemi di alta e bassa pressione e dovrebbero rimbalzare l’una sull’altra perché le loro rotazioni opposte in senso orario e antiorario le fanno respingere.

Verso il bordo sinistro dell’immagine si vede una delle lune galileiane, la più interna: Io, il corpo più attivo dal punto di vista vulcanico del Sistema solare, nonostante le sue dimensioni ridotte (solo poco più grande della luna terrestre). Hubble è in grado di risolvere i depositi vulcanici presenti in superficie.

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