LO STUDIO È STATO PUBBLICATO SU THE ASTROPHYSICAL JOURNAL

Alla ricerca di segnali alieni nel cuore della Galassia

Un team di ricercatori guidato da Akshay Suresh, astronomo presso la Cornell University, ha sviluppato un nuovo software open-source basato sul Fast Folding Algorithm (Ffa), un algoritmo particolarmente efficiente per la ricerca di segnali periodici a banda stretta, per rilevare potenziali segnali di civiltà aliene avanzate provenienti dal centro della nostra galassia. I primi test sono stati effettuati sulle pulsar

     05/06/2023

Rendering artistico. Crediti: Breakthrough Listen / Danielle Futselaar

«Dove sono tutti quanti?» è la ormai celebre frase pronunciata – così narra la leggenda – dal fisico italiano Enrico Fermi più di 70 anni fa nella mensa dei laboratori di Los Alamos, New Mexico, durante una conversazione con alcuni colleghi sulla possibilità di esistenza di vita nell’universo. Con questa domanda egli intendeva: dato l’enorme numero di stelle e pianeti nell’universo, e quindi l’alta probabilità che, teoricamente, solo nella nostra galassia si possano essere sviluppate civiltà tecnologicamente avanzate, perché non abbiamo ricevuto ancora alcun segnale da queste? Si tratta del famoso paradosso di Fermi. 

Nonostante gli sforzi dedicati e le enormi quantità di dati analizzati dagli scienziati in ascolto ormai da decenni, finora non è stata trovata alcuna prova definitiva di segnali provenienti da civiltà aliene. Tuttavia, l’indagine continua e nuovi metodi per migliorare la sensibilità e la copertura delle ricerche sono costantemente allo studio. Una collaborazione di ricercatori della Cornell University, del Seti Institute e del progetto Breakthrough Listen ha avviato una nuova impresa scientifica denominata Breakthrough Listen Investigation for Periodic Spectral Signals (Blipss) che combina alcuni elementi del tutto innovativi nell’ambito di questo tipo di ricerca. Akshay Suresh e i suoi collaboratori illustrano i primi risultati del progetto in un articolo pubblicato pochi giorni fa sulla rivista Astronomical Journal. 

Il progetto Blipss si concentra su uno specifico tipo di segnali, quelli periodici e a banda stretta. «Finora il Seti – acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre) – ha dedicato i suoi sforzi principalmente alla ricerca di segnali continui», spiega Vishal Gajjar, astronomo del Seti Institute e uno dei consulenti di Suresh per il progetto. «Il nostro studio fa luce sulla notevole efficienza energetica di un treno di impulsi come mezzo di comunicazione interstellare su grandi distanze. In particolare, questo studio segna il primo tentativo completo di condurre una ricerca approfondita di questi segnali». Il team focalizzerà l’attenzione sulla regione centrale della Via Lattea, una zona dove stelle ed esopianeti potenzialmente abitabili abbondano, oltre che essere, secondo i ricercatori, un potenziale punto strategico per il posizionamento di un “faro” da parte di una civiltà aliena che volesse trasmettere segnali nella galassia. Il team ha inoltre sviluppato un software basato sul Fast Folding Algorithm (Ffa), un algoritmo particolarmente efficiente per la ricerca di segnali periodici a banda stretta. «Il nostro software open-source utilizza un Ffa per analizzare oltre 1,5 milioni di serie temporali di segnali periodici in circa 30 minuti» afferma Suresh. 

I primi test sono stati effettuati su una fonte ormai nota di impulsi periodici: le pulsar, stelle di neutroni in rapida rotazione e dal campo magnetico estremo. Dopo aver confermato il corretto funzionamento dell’algoritmo, i ricercatori hanno rivolto l’indagine su un ampio insieme di scansioni del centro galattico effettuate nell’ambito del Breakthrough Listen al Green Bank Telescope (Gbt) da 100 metri in West Virginia. A differenza delle pulsar, che emettono su un’ampia fascia di frequenze radio, Blipss cerca segnali ripetuti su una gamma di frequenze più ristretta, che copre meno di un decimo della larghezza di una stazione radio FM media. 

«La combinazione di queste larghezze di banda relativamente strette e di schemi periodici potrebbe essere indicativa di attività tecnologiche deliberate di civiltà intelligenti», dichiara il coautore Steve Croft, scienziato del progetto Breakthrough Listen. «Breakthrough Listen cattura enormi volumi di dati e la tecnica di Akshay fornisce un nuovo metodo per aiutarci a cercare in quel pagliaio gli aghi che potrebbero fornire prove allettanti di forme di vita extraterrestri avanzate». 

Che questo possa essere un vero punto di svolta nella ricerca di segnali di civiltà avanzate non è certo, ma le nuove tecnologie e il costante miglioramento degli approcci a questo tipo di ricerca potrà certamente aprire nuove possibilità in questo affascinante ambito.  

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