NATE DA COLLISIONI AVVENUTE 100 MILIONI DI ANNI FA

Saturno e le sue lune: raggiunta quota 145

Con 62 nuove lune appena scoperte, il Signore degli anelli torna a salire sul gradino più alto del podio dei pianeti con più satelliti naturali, riguadagnando il posto che aveva dovuto cedere a Giove pochi mesi fa. La scoperta è stata annunciata da un gruppo internazionale guidato dall’Istituto di astronomia e astrofisica dell’Accademia Sinica di Taiwan

     16/05/2023

Questa immagine composita, scattata dal telescopio spaziale Hubble della Nasa/Esa il 20 giugno 2019, mostra il pianeta anellato Saturno con quattro delle sue 145 lune conosciute. Crediti: Nasa, Esa, A. Simon (Gsfc) e Opal Team

Saturno si riprende la corona rubata da Giove solo pochi mesi fa: sono state identificate attorno al pianeta 62 nuove lune, che portano il numero totale a 145, sorpassando così l’altro gigante del Sistema solare fermo a quota 92 [salite negli ultimi mesi a 95, ndr].

La scoperta è stata annunciata dal gruppo internazionale guidato dall’Istituto di astronomia e astrofisica dell’Accademia Sinica di Taiwan e getta luce sul passato di questo pianeta: il nuovo gruppo di satelliti, infatti, è probabilmente nato da collisioni tra lune avvenute nel recente passato, circa cento milioni di anni fa. Inoltre, lo studio dimostra anche l’efficacia della tecnica utilizzata, che ha permesso di individuare corpi di soli 2,5 chilometri di diametro.

Localizzare satelliti intorno a Giove e Saturno è molto impegnativo: viste le loro dimensioni, superano in luminosità qualsiasi cosa si trovi intorno. Inoltre, per confermare la presenza di una luna non basta semplicemente individuarla accanto al suo pianeta: l’oggetto deve essere tracciato, idealmente per diverse orbite, in modo che il suo percorso possa essere analizzato per determinare se è stabile.

Per questo, i ricercatori guidati da Edward Ashton si sono affidati allo stesso metodo usato per Urano e Nettuno: le immagini vengono prese in sequenza, in modo da seguire la luna alla stessa velocità con cui si muove, e poi sovrapposte per amplificare i segnali troppo deboli. A questo scopo gli autori dello studio hanno utilizzato il telescopio Canada-Francia-Hawaii, situato all’Osservatorio di Mauna Kea.

«Il monitoraggio delle lune di Saturno mi ha ricordato il gioco per bambini che si fa unendo i puntini», ha detto Ashton. «Abbiamo dovuto collegare le varie apparizioni di questi corpi, ma sembrava di avere contemporaneamente sulla stessa pagina cento giochi diversi, senza sapere a quale schema appartenesse ciascun punto».