SI TRATTA DI UNA GALASSIA SOTTILE VISTA DI TAGLIO

Risolto il mistero del buco nero in fuga

Una scia luminosa in un’immagine del telescopio spaziale Hubble era stata oggetto di uno studio pubblicato pochi giorni fa in cui veniva descritta come una lunga traccia di stelle in formazione innescata da un buco nero supermassiccio in fuga da una galassia. Ora, un team di ricercatori dell’Instituto de Astrofísica de Canarias fornisce una spiegazione alternativa meno esotica. I dettagli su A&A Letters

     12/05/2023

In alto, l’immagine dell’oggetto osservato con il telescopio spaziale Hubble che mostra l’emissione nella parte ultravioletta dello spettro. Al centro, l’immagine ultravioletta di una galassia senza rigonfiamento e osservata di taglio (Ic 5249). Le somiglianze sono evidenti. In basso: la stessa galassia Ic 5249 osservata nella parte visibile dello spettro. Le scale spaziali delle tre immagini sono identiche. Crediti: Hst

Pochi giorni fa una notizia ha sorpreso il mondo dell’astronomia. In un articolo pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, un team di ricercatori guidato da Peter Van Dokkum, astronomo alla Yale University (Usa), ha descritto una scia luminosa presente in un’immagine del telescopio spaziale Hubble come un misterioso fenomeno mai osservato prima. Un buco nero supermassicio in fuga, che dopo essere stato scagliato via da una galassia a seguito di un raro gioco di orbite tra tre buchi neri supermassici, sta viaggiando a grandi velocità nello spazio intergalattico, e scontrandosi con una gigantesca nube di gas sta lasciando dietro di sé una lunga e stretta scia, dove numerose stelle si stanno formando. Tuttavia, nonostante l’innegabile fascino, questa interpretazione ha lasciato molti interrogativi aperti nella comunità astronomica, che infatti ha continuato a indagare sull’oggetto.  

In un recente articolo pubblicato su Astronomy and Astrophysics Letters, un team di ricercatori dell’Instituto de Astrofísica de Canarias (Iac) fornisce una spiegazione totalmente differente e meno esotica della prima. Stando allo studio, la scia sembra non essere altro che una galassia, priva del classico rigonfiamento centrale, vista di taglio. Questo tipo di galassie, chiamate anche galassie sottili o piatte, sono relativamente comuni. 

A sostegno di questa nuova ipotesi ci sono principalmente due elementi. Il primo è emerso quando gli astronomi hanno misurato le velocità della struttura in questione, notando una netta corrispondenza con le velocità tipiche della rotazione delle galassie. Da questo dato è conseguito il secondo elemento: il team, una volta notata la congruenza delle velocità, ha deciso di confrontare la struttura sotto indagine con una nota galassia molto più vicina, Ic 5249. I dati indicano che la curva di rotazione, la massa stellare, l’estensione, la larghezza e il profilo di luminosità superficiale sono estremamente simili.  

«Abbiamo anche esaminato la relazione tra la massa della galassia ipotizzata e la sua velocità massima di rotazione, scoprendo che si tratta effettivamente di una galassia che si comporta come tale» afferma Ignacio Trujillo, un ricercatore dell’Iac che ha partecipato allo studio. «È un oggetto interessante, perché si tratta di una galassia piuttosto grande a una distanza molto elevata dalla Terra, dove la maggior parte delle galassie sono più piccole», aggiunge. 

Secondo il team, questi dati osservativi sono difficilmente interpretabili con lo scenario della scia di formazione stellare innescata da un buco nero supermassicio in fuga. Infatti, la scia di un buco nero supermassiccio produce solo piccole perturbazioni nel mezzo esterno, che deve trovarsi in condizioni del tutto eccezionali per collassare gravitazionalmente e formare una lunga traccia di stelle in soli 39 milioni di anni, come affermava il primo studio.  

«I movimenti, la dimensione e la quantità di stelle corrispondono a quanto osservato nelle galassie dell’universo locale», spiega Jorge Sanchez Almeida, ricercatore dell’Iac e primo autore dell’articolo. «Il nuovo scenario proposto è molto più semplice di quello precedente. In un certo senso è anche un peccato, perché ci si aspetta l’esistenza di buchi neri in fuga e questo avrebbe potuto essere il primo a essere osservato».  

In ogni caso, nello studio vengono analizzati i pro e i contro di entrambe le interpretazioni, e la questione rimane ancora aperta. Questo enigmatico oggetto continua a sfidare la comprensione degli astronomi, ricordandoci che la scienza è un percorso di ricerca continuo e aperto, in cui gli errori sono inevitabili ma fondamentali per correggere e migliorare le nostre conoscenze. 

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