COPPIA DI GALASSIE IMMORTALATA DA CERRO TOLOLO, IN CILE

Come Ginger e Fred, sotto l’occhio della Decam

Danza gravitazionale a 60 milioni di anni luce da noi, in direzione della costellazione dell’Orologio, dove le due galassie Ngc 1512 ed Ngc 1510 sono state fotografate mentre la prima allunga i suoi “tentacoli stellari” fino a raggiungere e avvolgere la piccola compagna. Autrice dello scatto, la Dark Energy Camera del telescopio da quattro metri Víctor M. Blanco

     03/05/2022

La galassia a spirale barrata Ngc 1512 e la sua minuscola vicina Ngc 1510 sono state immortalate dal telescopio da quattro metri Víctor M. Blanco nello scatto che vedete qui sotto. Oltre a rivelare l’intricata struttura interna di Ngc 1512, l’immagine mostra i delicati tentacoli esterni della galassia che sembrano estendersi fino ad avvolgere la piccola compagna. Il flusso di luce stellare che collega le due galassie è un indizio dell’interazione gravitazionale che le lega: un’elegante e maestosa liason che resiste da 400 milioni di anni. L’interazione gravitazionale fra Ngc 1512 e Ngc 1510, oltre a distorcerne le forme, ha influenzato il tasso di formazione stellare in entrambe le galassie. Il loro destino è fondersi in un’unica galassia più grande.

Crediti: Dark Energy Survey / Doe / Fnal / Decam / Ctio / NoirLab / Nsf / Aura

Per osservarle occorre puntare il telescopio verso la costellazione dell’Orologio, nell’emisfero australe, e spingere lo sguardo fino a 60 milioni di anni luce – tanto distano le due galassie interagenti dalla Terra. L’ampio campo visivo dell’immagine del Víctor M. Blanco consente di apprezzare non solo le galassie intrecciate, ma anche l’ambiente in cui sono immerse, tempestato di stelle. All’interno dell’inquadratura convivono stelle a noi vicine, appartenenti alla nostra galassia, la Via Lattea, e sullo sfondo la luce di lontane galassie.

La fotografia è stata scattata con uno fra i migliori strumenti al mondo per imaging a grande campo: la Dark Energy Camera (Decam). Installata in cima al telescopio Víctor M. Blanco, il suo punto di vista consente a Decam di raccogliere la luce riflessa dallo specchio primario da quattro metri di diametro – un massiccio monoblocco di vetro rivestito di alluminio, perfettamente sagomato e pesante quanto un autoarticolato. Entrati nelle “viscere” dello strumento e attraversata la sua enorme lente correttiva – quasi un metro di diametro – i fotoni provenienti dalle stelle vanno infine a terminare la loro lunga corsa su una griglia di 62 Ccd, non dissimili da quelli che possiamo trovare nelle normali fotocamere digitali ma molto più sensibili, al punto da consentire di ottenere immagini dettagliate di deboli oggetti astronomici come, appunto, Ngc 1512 ed Ngc 1510.