DIECI FOTOGRAFIE DALL’ALTO RACCOLTE IL 19 APRILE

Resti marziani

Uno spettacolare reportage aereo firmato Ingenutiy – realizzato dall’elicotterino di Perseverance nel corso del suo 26esimo volo – mostra in dettaglio i resti dello scudo protettivo e del paracadute impiegati durante i “sette minuti di terrore” della discesa sul suolo marziano. Gli ingegneri della Nasa stanno già analizzando le fotografie per estrarne dati utili alla pianificazione delle prossime missioni

     29/04/2022

Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Se mai un giorno anche il Pianeta rosso – sulla scia di un celebre sito della capitale – avrà il suo blog “Marte fa schifo”, un posto d’onore spetterà senza dubbio alle dieci foto aeree scattate lo scorso 19 aprile dall’elicotterino Ingenuity durante il suo 26esimo volo. Mostrano in dettaglio il paracadute e parte dell’involucro protettivo posteriore – il cosiddetto backshell, per l’esattezza – usati per consentire a Perseverance una discesa morbida e in sicurezza sul pianeta, il 18 febbraio 2021.

In realtà si tratta di immagini che nulla hanno a che spartire con i reportage sul degrado da città in affanno con la raccolta dei rifiuti. Le suggestive foto aeree scattate da Ingenuity sono da un lato “archeologia spaziale”, una testimonianza tangibile dell’incredibile ingegno umano richiesto per affrontare e superare con successo quelli noti non a caso come i “sette minuti di terrore”, dall’ingresso in atmosfera a 20mila km/h fino all’approdo. E dall’altro offrono materiale prezioso per la pianificazione delle future missioni marziane, mostrando gli effetti delle sollecitazioni estreme alle quali l’involucro e il paracadute sono stati sottoposti durante la discesa.

Nelle immagini del backshell e dell’area di detriti prodotta dall’impatto con il suolo, avvenuto a circa 126 km/h, si può osservare come il rivestimento protettivo sembri essere rimasto intatto durante l’ingresso nell’atmosfera di Marte. Così come non mostrano danni evidenti molte delle 80 funi di sospensione ad alta resistenza che collegano il backshell al paracadute. Il paracadute arancione e bianco – oltre 21 metri di diametro, il più grande mai impiegato su Marte – è visibile solo per circa un terzo, piegato e coperto com’è dalla polvere. Ma anche nel suo caso, per la parte di calotta che si riesce a osservare, pare che la discesa a velocità supersonica non abbia causato danni. Saranno comunque necessarie diverse settimane di analisi delle immagini da parte degli ingegneri della missione per arrivare a conclusioni certe.

Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Va detto che non è la prima volta che questa scena viene immortalata: già a inizio mese – il 6 aprile scorso – lo strumento Mastcam-Z del rover aveva fotografato da lontano il paracadute steso al suolo e i resti del backshell. Ma le immagini ora raccolte dall’alto e da vicino grazie a Ingenuity forniscono molti più dettagli.

«Quello di Perseverance è stato l’atterraggio su Marte meglio documentato della storia, con telecamere che mostravano di tutto, dal gonfiaggio del paracadute touchdown», ricorda Ian Clark del Jpl, già system engineer di Perseverance e oggi capo della fase di salita della futura missione Mars Sample Return per riportare sulla Terra i campioni che Perseverance sta raccogliendo. «Ma le immagini di Ingenuity offrono un punto di vista diverso. Se potranno confermare che i nostri sistemi hanno funzionato a dovere, o se anche solo potranno fornirci un insieme di informazioni ingegneristiche utili alla pianificazione della missione Mars Sample Return, sarà sorprendente. E in ogni caso si tratta immagini fenomenali, immagini che ispirano».

Guarda su MediaInaf Tv il video del 2021 con la simulazione dell’approdo di Perseverance su Marte: