I PRIMI RISULTATI DELLA SONDA CINESE SU NATURE GEOSCIENCE

Zhurong s’aggira là dove l’acqua bagnava Marte

L’analisi dei primi dati del rover cinese Zhurong a bordo della missione Tianwen-1 promettono acqua. La pianura di Utopia Planitia dove è atterrato il rover, infatti, più che un terreno basaltico di origine vulcanica, sembrerebbe l’antica sede di un oceano marziano

     08/03/2022

Il 2021, per Marte, è stato un anno di visite dalla Terra. Tre missioni e due rover, nell’arco di pochi mesi, hanno portato nuove prospettive, nuovi obiettivi e nuove tecnologie nel Pianeta rosso. Primo fra tutti l’elicotterino Ingenuity a bordo di Perseverance, che ha superato ogni aspettativa in termini di capacità di volo e distanza percorsa. Perseverance, lo ricordiamo, ha toccato il suolo di Marte il 18 febbraio 2021, mentre Zhurong – il rover a bordo della missione cinese Tianwen-1, in orbita attorno a Marte dal 10 febbraio dello stesso anno – si è posato sul pianeta il 14 maggio.

Una panoramica della fotocamera mostra il terreno davanti al rover cinese Zhurong. Crediti: Cnsa/Pec

A un anno dal suo arrivo, Perseverance ha esplorato – facendo il record di distanza percorsa sul suolo marziano da un rover – il cratere Jezero, mentre torna al punto di partenza si accinge a raccogliere gli ultimi campioni per dirigersi – nel giro di una settimana o poco più – verso alla punta settentrionale di Séítah e poi ad ovest verso il delta. Qui, Perseverance potrà cominciare a studiare da vicino gli strati di roccia sedimentaria, i minerali di argilla e i massi arrotondati rimasti da un passato acquatico.

E di acqua su Marte parla anche, su Nature Geoscience, un articolo che riporta i primi risultati ottenuti dal rover cinese Zhurong. Ci spostiamo sulle pianure settentrionali del Pianeta rosso, non troppo lontano dal cratere Jezero, in una valle che si chiama Utopia Planitia – un luogo ideale, stando a quanto riportato dall’articolo, anche per far atterrare altri rover in futuro. Un luogo ideale non solo per la sua topografia, di origine vulcanica, ma anche e soprattutto dal punto di vista scientifico: la sua età superficiale è infatti stimata più di tre miliardi di anni e potrebbe aver ospitato un grande bacino di acqua liquida o ghiaccio.

L’articolo riguarda i risultati ottenuto durante i primi 60 sol (o giorni solari marziani, poco più lunghi di quelli terrestri) e 450 metri di strada percorsa da Zhurong. Il rover della missione Tianwen-1 sta viaggiando verso sud, puntando a una varietà di obiettivi geologici tra cui crateri, coni, creste, depressioni, creste eoliche trasversali. Attraverso l’analisi delle interazioni tra le ruote di Zhurong e il terreno sottostante – comprese le immagini delle tracce delle ruote – gli scienziati sono riusciti a ricostruire le proprietà meccaniche dei suoli marziani nel sito di atterraggio.

Rispetto ai precedenti siti di atterraggio, il suolo di Tianwen-1 ha le caratteristiche di attrito più basse di tutti quelli visitati nelle pianure settentrionali di Marte. Le creste eoliche trasversali sono generalmente orientate in direzione NE-SW, e mostrano superfici ricoperte di polvere. Circa il 79 per cento dei crateri dell’area ha un diametro inferiore a 10 metri e presenta segni evidenti di fenomeni atmosferici ed erosione a lungo termine. Anche la varietà di strutture rocciose nell’area – tra cui la superficie bucherellata, le strutture a strati e a scaglie, o la morfologia dei “ventifatti” – indica processi di alterazione della superficie, come l’erosione eolica e i processi di erosione chimica legati all’acqua.

Il sito di atterraggio era costellato di piccoli sassi e polvere, in parte raccolti dal rover per le analisi, che si sono rivelati molto diversi rispetto ai sedimenti di lava basaltica che ci si aspettava sulla base delle osservazioni precedenti da satelliti in orbita. Il terreno sembrerebbe invece molto più simile alle altre regioni marziane sui cui hanno posato le ruote altri rover.

Così come il cratere Jezero ospitava, probabilmente, un enorme mare marziano, così Utopia Planitia, più che una pianura di origine vulcanica, potrebbe avere un passato da oceano marziano. Insomma, di conferme ne arrivano su diversi fronti: il Pianeta rosso, in passato, potrebbe essere stato molto più “blu”.

Per saperne di più:

  • Leggi su Nature Geoscience l’articolo “Surface characteristics of the Zhurong Mars rover traverse at Utopia Planitia”, di L. Ding, R. Zhou, T. Yu, H. Gao, H. Yang, J. Li, Y. Yuan, C. Liu, J. Wang, Y.-Y. S. Zhao, Z. Wang, Xiyu Wang, G. Bao, Z. Deng, L. Huang, N. Li, X. Cui, X. He, Y. Jia, B. Yuan, G. Liu, H. Zhang, R. Zhao, Z. Zhang, Z. Cheng, F. Wu, Q. Xu, H. Lu, L. Richter, Z. Liu, F. Niu, H. Qi, S. Li, W. Feng, C. Yang, B. Chen, Z. Dang, M. Zhang, L. Li, Xiaoxue Wang, Z. Huang, J. Zhang, H. Xing, G. Wang, L. Niu, P. Xu, W. Wan e K. Di