LE OPERE SERVIRANNO ANCHE PER ESPERIMENTI SCIENTIFICI

Una galleria d’arte davvero spaziale

È pronta a partire per lo spazio Moon Gallery, la prima galleria d’arte a lasciare il nostro pianeta. Contiene 64 opere in miniatura – ciascuna misura al massimo un centimetro cubo – e sarà lanciata sabato 19 febbraio a bordo della missione Ng-17 Cygnus, per essere installata sulla Stazione spaziale internazionale, dove rimarrà per dieci mesi. In mostra anche opere di sette artisti italiani

     18/02/2022

Il payload con le 64 opere d’arte all’interno del Nanoracks Nanolab. Crediti: Moon Gallery

Tra un’inaugurazione e un vernissage, mostre itineranti e nuovi allestimenti di collezioni permanenti, biennali, triennali e chi più ne ha più ne metta, gli amanti dell’arte hanno sempre un’ottima scusa per viaggiare in giro per il mondo. E da domani potrebbero avere un motivo addirittura per lasciare il pianeta: Moon Gallery, la prima galleria d’arte spaziale. Contrariamente a quanto il nome potrebbe suggerire, la destinazione non è la Luna – almeno non per il momento – ma la Stazione spaziale internazionale, dove è prevista una mostra di 10 mesi.

Moon Gallery è un’installazione artistica internazionale e collaborativa che comprende 64 opere di artisti provenienti da Asia, Europa, America e Africa. Sarà lanciata sabato 19 febbraio, 18:40 ora italiana, con un razzo Antares a bordo della missione Cygnus Ng-17, che partirà dalla base di Wallops Range in Virginia (Usa) alla volta della stazione spaziale per portare hardware e rifornimenti per decine di esperimenti scientifici. L’arrivo è previsto lunedì 21 febbraio intorno alle 10:35 ora italiana.

Oltre alle finalità puramente artistiche e l’auspicio di portare gioia agli astronauti a bordo della stazione spaziale, Moon Gallery ha anche uno scopo scientifico: sarà installata all’interno di un laboratorio miniaturizzato, il Nanoracks Nanolab, dove le opere fungeranno da bersagli mobili per le osservazioni e i test delle prestazioni della fotocamera. Le opere in mostra – ciascuna non più grande di un centimetro cubo – offrono una vasta gamma di materiali per testare le modalità di rivelazione della fotocamera; allo stesso tempo, gli artisti avranno la possibilità di conoscere le prestazioni delle loro opere in microgravità, in vista di un futuro interplanetario in cui l’arte avrà un ruolo sempre crescente nell’esplorazione spaziale. Il prossimo passo prevede infatti una galleria che comprenderà 96 opere, sempre in miniatura, per una mostra permanente da allestire – un giorno – sulla Luna.

«Moon Gallery è un processo», racconta a Media Inaf  la curatrice, Anna Sitnikova. «La selezione e l’assemblaggio delle 65 opere d’arte – incluso un lavoro in realtà aumentata – di artisti e creativi necessita di divulgazione, organizzazione di eventi, partecipazione a workshop e conferenze, l’allestimento di mostre d’arte e performance. Senza questa conversazione che sonda la condizione umana, gli artefatti lanciati sono meri oggetti nello spazio».

L’opera d’arte ‘The cell‘ di Annamaria Zanella. Crediti: Moon Gallery

Numerose le opere di artiste e artisti italiani: ‘Moon reflections’ di Alberta Vita; ‘Peace Moon Poppies’ di Alessandro Ravagnan; ‘The cell’ di Annamaria Zanella; ‘Study on grief’ e ‘Earth Moon Smell’ di Francesca Andreozzi; ‘The two marbles’ di Gabriele Lorusso; ‘Water on the Moon’ di Lorenzo Viscidi Bluer; e ‘The gold cube’ di Renzo Pasquale.

«La passione di coloro che sono coinvolti nel progetto Moon Gallery è contagiosa e il culmine dei loro sforzi mostra che l’arte e la scienza nello spazio non devono escludersi a vicenda», afferma Scott Rodriguez, vicepresidente dei programmi governativi di Nanoracks, azienda aerospaziale statunitense con sedi distaccate a Torino e negli Emirati arabi uniti. «Quello che impareremo da questa impresa sul contenimento, sulla dinamica dei materiali e sul potenziamento delle immagini sarà di aiuto nella progettazione di esperimenti futuri e nell’attuazione dell’obiettivo finale di Moon Gallery di stabilire la prima galleria d’arte sulla Luna».

Il progetto è nato da un gruppo di artisti e designer, ispirati da una visita nel 2018 presso la sede Estec dell’Agenzia spaziale europea (Esa) in Olanda. «Abbiamo potuto vedere come si stiano aprendo finestre di opportunità per i privati ​​come noi per contribuire al corso dell’esplorazione dello spazio ed estendere il nostro dialogo culturale allo spazio», commenta Sitnikova, che cura la galleria e il progetto insieme a Elizaveta Glukhova, partendo da un format iniziale ideato dall’artista Alexander Zaklynsky.

Per saperne di più:

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