RICORDANDO TITO STAGNO (4 GENNAIO 1930 – 1º FEBBRAIO 2022)

Io e Mister Moonlight

È morto oggi all’età di 92 anni Tito Stagno, storico giornalista della Rai. Il suo nome resta legato per sempre alla sera del 20 luglio 1969, quando raccontò ai telespettatori lo sbarco sulla Luna, e al celebre annuncio “Ha toccato!”. Ospitiamo con piacere su Media Inaf un ricordo di Maria Giulia Andretta, studiosa di storia della scienza che negli ultimi anni ha avuto occasione di conoscerlo e intervistarlo per il suo dottorato di ricerca sulla conquista della Luna

     01/02/2022

Il momento in cui Tito Stagno dà lo storico annuncio, «Ha toccato!», il 20 luglio 1969. Crediti: Wikimedia Commons

Era appena iniziato il 2017, stavo definendo alcuni dettagli del mio progetto di dottorato e avevo stilato una lista di nomi di persone che avrei voluto intervistare per tornare indietro agli anni della Luna. Eri sul podio di questa lista, ma le premesse del tuo coinvolgimento sembravano essere contro di me. Mi avevano raccontato di quanto fosse difficile raggiungerti a causa di una serie di cronici problemi di salute che ti coinvolgevano all’improvviso. Ho avuto la fortuna di parlare con tua moglie, la cara Edda, alla quale ho raccontato la mia storia, il mio progetto e le ho fatto capire quanto fosse importante per me farti qualche domanda. Devo esserle piaciuta, lei ti ha parlato di me e tu hai accettato.

La prima volta ci siamo sentiti per telefono, ad aprile dello stesso anno, abbiamo fatto una lunga chiacchierata dove io assecondavo le visioni del tuo passato mentre riavvolgevamo insieme le lancette. Ricordo che ero molto emozionata, avevo preparato una lista di cose da chiederti che poi avevo puntualmente messo da parte perché era incredibile sentirti andare a ruota libera mentre mi riportavi tra le rampe di lancio, gli acronimi delle missioni, le vicende più personali dei protagonisti con dettagli che colmavano ogni distanza temporale e generazionale. Quando ci siamo salutati mi hai chiesto se mi avrebbe fatto piacere venirti a trovare a Roma e così ci siamo organizzati per il mese successivo.

Sono stata tua ospite un intero pomeriggio, abbiamo chiacchierato come due vecchi amici sul divano di casa mentre mi mostravi tutti i memorabilia legati all’impresa lunare. Io, tra la meraviglia e un pizzico di invidia ho fatto mio ogni singolo ricordo, ogni singola parola, consapevole che in quel momento avevi, per certi aspetti, scelto me come in una forma di eredità professionale di quello che è stato il periodo più bello e complicato della tua vita. Più parlavi, più avevo la sensazione che i gradi di separazione tra me e i protagonisti della storia spaziale si andavano man mano ad accorciare. La Luna è stata il mondo attorno al quale la tua vita ha girato per oltre un decennio e la tua missione è stata letteralmente quella di portare le parole in orbita. Ogni singola persona che ha seguito l’allunaggio attraverso la diretta italiana si ricorda benissimo il tuo iconico mezzobusto, la giacca chiara, gli occhiali dalla montatura spessa.

Io quel 20 luglio 1969 non c’ero e i miei ricordi sono molto diversi. Hai condiviso con me una serie di retroscena che hanno coinvolto la diretta, i tuoi incontri con gli astronauti e tutti i momenti trascorsi insieme a Rocco Petrone e Wernher von Braun. Mi hai preparata al senso di responsabilità del quale si è investiti quando si raccontano imprese straordinarie, mi hai spiegato come a volte le immagini siano talmente evocative da richiedere uno sforzo minimo alle parole e mi hai anche rivelato qualche trucco del mestiere per riuscire a reggere il peso del contrario, una cronaca a parole quando le immagini non ci sono.

Ho divorato la tua biografia, Mister Moonlight, testo che ho letto e riletto per entrare dento il tuo mondo, per respirare il clima di quel tempo che non avevo vissuto e che volevo restituire nella maniera più autentica. Oggi, però, saresti molto arrabbiato, stanno tutti parlando del tuo libro mentre tu mi hai confessato che non ti è mai piaciuto e mi hai anche promesso che ne avresti scritto uno migliore.

Da quel 2017 siamo sempre rimasti in contatto e hai condiviso con me successi e riconoscimenti. Pensavi che il giornalismo televisivo fosse molto cambiato, ma avresti voluto vedere tante cose, le colonie lunari, l’uomo su Marte. Ricordo che mi dicesti che, ovviamente, ti sarebbe piaciuto raccontarlo, con tutte le difficoltà di una trasmissione in differita, ma rispetto alla Luna sarebbe stato tutto un’altra cosa. Per te, per l’umanità tutta.

Ti definivi ironicamente “inviato da qualunque posto” e avevi imparato a brillare di luce riflessa raccontando le storie degli altri.

Buon viaggio Mister Moonlight.


Maria Giulia Andretta (@arocketgirl89), professoressa a contratto all’Università di Bologna, è dottore di ricerca in Storia della scienza e delle tecniche, si occupa dei rapporti tra scienza, cultura e società con particolare attenzione alla letteratura, al cinema e al fenomeno delle fake news. Si è occupata delle ricadute culturali e mediatiche della conquista della Luna ed è stata ospite alla Nasa in occasione del 50 anniversario dell’allunaggio. Nel 2020 la sua tesi di dottorato ha vinto il premio dell’International Astronomical Union nella Division C: Education, Outreach, History and Heritage. Scrive e racconta di storia e di scienze, collabora con importanti istituzioni, enti, fondazioni e musei. Ed è autrice, insieme a Marco Ciardi, di Stregati dalla luna. Il sogno del volo spaziale da Jules Verne all’Apollo 11 (Carocci, 2019)