OSSERVATA IN LUCE VISIBILE E IN LUCE ULTRAVIOLETTA

Ecco Leonard, la cometa di Natale, vista da Metis

Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre il coronografo Metis a bordo della sonda Solar Orbiter ha fotografato la cometa Leonard, soprannominata la “cometa di Natale”. Sebbene Metis sia stato progettato per lo studio della corona solare, di tanto in tanto ha occasione di osservare anche le comete che attraversano il suo campo di vista

     24/12/2021

Immagine composita della cometa Leonard vista dallo strumento Metis in luce visibile (in alto) e ultravioletta (in basso). Crediti: Esa/Metis Team)

Il coronografo Metis a bordo della sonda Solar Orbiter nella notte tra il 15 e il 16 dicembre ha acquisito delle immagini ravvicinate della cometa Leonard e della sua coda. Della Leonard si è parlato molto di recente ed è anche stata soprannominata la “cometa di Natale” vista la sua maggior luminosità, e quindi visibilità, nei nostri cieli proprio nel mese di dicembre.

Il nome formale della cometa è C/2021 A1 (Leonard) e deve il suo nomignolo a Gregory J. Leonard, l’astronomo statunitense che l’ha scoperta il 3 gennaio di quest’anno. La cometa è un oggetto di circa 1 km di diametro che transita per la prima volta all’interno del nostro sistema solare, il 3 gennaio 2022 raggiungerà la minima distanza dal sole, pari 0.6 unità astronomiche, e poi proseguirà il viaggio sulla sua orbita iperbolica che la riporterà fuori dal sistema solare.

Nella sua fase di avvicinamento al Sole la cometa è passata a circa 40 milioni di km dalla sonda Solar Orbiter, una missione Esa/Nasa progettata per lo studio del Sole. Gli strumenti a bordo di Solar Orbiter, tra cui il coronografo Metis di responsabilità italiana, hanno così avuto occasione di osservare la cometa. Metis – realizzato dall’Agenzia spaziale italiana in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica e con il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo – ha acquisito immagini della cometa su un intervallo temporale di circa 12 ore.

«Le immagini sono state raccolte sia in luce visibile che in luce ultravioletta sfruttando i due canali dello strumento», dice Marco Romoli, il responsabile dello strumento dell’Università di Firenze. «Una delle peculiarità di Metis è proprio la possibilità di osservare simultaneamente in queste due diverse bande spettrali».

Per decidere come osservare la cometa con Metis, sono state prese in considerazione tutte le osservazioni fatte da terra in modo da predire l’evolversi della luminosità della cometa e della sua coda.

«Per pianificare le osservazioni della cometa con Metis abbiamo tenuto conto della distanza della cometa da Metis, della luminosità attesa, della sua distribuzione, delle dimensioni e posizione della chioma e fatto diverse simulazioni», spiega Alain Corso, ricercatore al Cnr-Ifn di Padova. «La cometa ha attraversato il campo di vista dello strumento in diagonale, con la coda di polvere e ioni della cometa che puntava in direzione di Metis».

Nei giorni successivi, dal 17 al 19 dicembre, Solar Orbiter ha continuato a seguire l’evoluzione della cometa grazie alle immagini raccolte tramite lo strumento SoloHI.

Le immagini acquisite sono ora al vaglio dei ricercatori del team di Metis. Dall’elaborazione dei dati nel visibile, acquisti anche con diversi stati di polarizzazione, si possono ricavare informazioni sulla composizione della polvere della cometa, mentre le immagini nell’ultravioletto consentiranno di ricavare informazioni sul tasso di produzione dell’acqua.

Per saperne di più su Metis, guarda il servizio video di MediaInaf Tv: