FRONTIERE DELL’ASTROFISICA, DAI NEUTRINI ALLE ONDE GRAVITAZIONALI

I nunzi siderei dell’astronomia contemporanea

Luce, neutrini, onde gravitazionali. Tre messaggeri dal profondo dell’universo, radicalmente diversi fra loro, i cui annunci solo negli ultimi anni abbiamo imparato ad ascoltare e combinare assieme. A loro, ai loro racconti e all’avventura tecnologica che ci ha permesso di captarli e decifrarli è dedicato il libro “Ascoltare il cosmo” di Massimiliano Razzano

     12/04/2021

Massimiliano Razzano, “Ascoltare il cosmo. Le frontiere dell’astrofisica dai neutrini alle onde gravitazionali”, Carocci editore, 2021, 184 pp., 16 euro

Lo potremmo definire un manuale di storia dell’astrofisica contemporanea, quello firmato per Carocci da Massimiliano Razzano, professore di fisica all’Università di Pisa e giornalista scientifico. Così contemporanea da sfociare nella cronaca. Con una scelta che lo contraddistingue rispetto alla maggior parte dei libri di divulgazione astronomica: non è scandito da temi od oggetti astronomici – pianeti, stelle e galassie, per intenderci – bensì da “messaggeri”. Tre capitoli dedicati ciascuno a uno dei tre messaggeri attraverso i quali ci arrivano notizie dal cosmo: fotoni, neutrini e onde gravitazionali. Più un capitolo finale su quell’astronomia che raccoglie notizie da due – o magari un giorno da tutt’e tre – questi messaggeri insieme: l’astronomia multimessaggera, appunto.

Vediamoli, dunque, questi tre messaggeri. O meglio, “ascoltiamoli”, come propone l’indovinato titolo dell’opera – Ascoltare il cosmo. I primi – i fotoni – sono anche gli unici con una lunga storia alle spalle di relazione con noi umani. È solo ascoltando quel che avevano da raccontarci i fotoni che dall’antichità fino a pochi anni fa siamo riusciti a farci un’idea dell’universo. Essendo dunque il capitolo più classico, quello sui fotoni, Razzano sceglie saggiamente una segmentazione per bande dello spettro elettromagnetico. Dai primi segnali radio provenienti dalla costellazione del Sagittario captati dall’antenna di Karl Jansky – segnando così, pur accolto con una certa freddezza dai colleghi astronomi, l’esordio della radioastromia – allo studio dell’universo X e gamma, è un capitolo in cui il procedere a braccetto di progresso scientifico e sviluppo tecnologico è reso con grande efficacia.

Ma è nel capitolo successivo, quello su raggi cosmici e neutrini, che l’autore dà il meglio di sé, restituendo tutto il fascino di questi misteriosi messaggeri, dei processi fisici e astrofisici all’origine della loro emissione, dell’ingegno dietro agli esperimenti approntati per incastrarli. Ed è proprio nel racconto degli esperimenti che si può apprezzare al meglio la capacità narrativa di Razzano. Un esempio fra i tanti, la storia del “progetto Poltergeist” e dell’esperimento di Cowan-Reines, in grado di dimostrare l’esistenza dei neutrini sfruttando il decadimento beta inverso e quel che c’era a disposizione – nella fattispecie, il reattore nucleare del Savannah River. Una vicenda raccontata in appena due pagine, ma precise e appassionanti.

Con le onde gravitazionali e con la nascita dell’astronomia messaggera la storia, dicevamo, si fa cronaca. In particolare con i fatti dell’estate del 2017. È del 17 agosto la prima osservazione di una fusione fra due stelle di neutroni, annunciata da fotoni e onde gravitazionali insieme. Appena un mese dopo, il 22 settembre, un nuovo evento extragalattico viene annunciato anch’esso da due diversi messaggeri, questa volta fotoni e un unico – energicissimo – neutrino, intercettato fra i ghiacci dell’Antartide dall’esperimento IceCube. Cronaca della quale Razzano è spesso testimone diretto, e che riesce dunque senza difficoltà a rendere con immediatezza e dettagli.

Meno di duecento pagine fresche, sempre chiare, a tratti proprio avvincenti. Una lettura ideale per chiunque voglia rimettersi al passo con l’astrofisica del presente e del futuro prossimo.