COMPOSIZIONE IN ULTRAVIOLETTO DEL 20 MARZO 2019

Soho sbircia il Sole all’equinozio

Frutto di una partnership Esa/Nasa, dal 1995 la sonda Soho osserva ininterrottamente il Sole da una posizione privilegiata, regalandoci immagini ordinariamente eccezionali. Continuerà a farlo fino al 2020, prima di andare in pensione e lasciare il campo a Solar Orbiter

     26/03/2019

L’equinozio di primavera, cui abbiamo dedicato un apposito articolo, è ormai alle spalle, ma ci fa piacere tornare indietro di qualche giorno per raccontarvi una “foto del giorno” appena pubblicata dall’Esa che ritrae il Sole immortalato proprio a cavallo fra le due stagioni. Non vi sono legami astronomici tra queste immagini e l’equinozio di cui è stata protagonista la Terra: le foto del Sole all’equinozio sono solamente un pretesto per mostrarvi un po’ di scienza intrisa di bellezza.

Crediti: Esa/Nasa, Soho

Poco prima dell’equinozio, dunque, un osservatore privilegiato ha scattato, come ogni giorno, delle stupende immagini del Sole. Si tratta di Soho (Solar and Heliospheric Observatory), la sonda che l’Agenzia spaziale europea ha lanciato insieme alla Nasa nel 1995.

Soho gode di una visione altamente privilegiata della nostra stella madre, grazie alla sua posizione pressoché costante attorno a quello che, in onore del suo “calcolatore”, viene chiamato “primo punto di Lagrange” (L1): un luogo in cui la risultante delle forze di gravità esercitate da due grandi corpi celesti su un corpo piccolo (come un satellite o un asteroide) è esattamente la “forza centripeta” che gli consente di andare alla stessa velocità angolare del corpo più piccolo.

I punti lagrangiani in un sistema a tre corpi. Crediti: Wikimedia Commons

Un po’ complicato da dire ma, tutto sommato, intuitivo se si guarda l’immagine qui accanto. L1 si trova a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, in direzione del Sole. In pratica Soho si trova costantemente in mezzo tra i due corpi celesti, seguendo il nostro moto di rivoluzione intorno al Sole ma senza girare mai intorno alla Terra. Quanto alla Luna, orbita intorno alla Terra a poco meno di 400mila km in media, per cui nemmeno il nostro satellite disturba minimamente Soho nella sua costante osservazione del Sole, oltre un milione di km più in là.

Nel corso degli anni, Soho ha consentito una vasta gamma di scoperte scientifiche relative alla turbolenta atmosfera del Sole, alle macchie solari, ai “brillamenti” che generano il vento solare e, dunque, tempeste magnetiche – come abbiamo avuto modo di approfondire in un altro articolo recentemente pubblicato sulla nostra testata.

La sequenza di immagini qui sopra mostra il Sole visto da Soho a diverse lunghezze d’onda dell’ultravioletto la mattina presto del giorno 20 marzo 2019, mentre l’equinozio è avvenuto poco più tardi, alle 22:58 ora italiana. Per ottenere queste quattro immagini è stato utilizzato Eit (Extreme ultraviolet Imaging Telescope), uno dei dodici strumenti scientifici di cui è stato equipaggiato Soho: esegue scatti del Sole due volte al giorno, appunto, in luce ultravioletta.

Per capire meglio cosa significhi osservare i raggi ultravioletti, pensate che la loro frequenza è superiore a quella della luce che noi esseri umani siano in grado di percepire: va oltre il viola, ultimo colore rappresentato nel classico “arcobaleno” che mostra lo spettro della luce visibile. Oltre il viola la lunghezza d’onda è talmente corta da essere misurata in nanometri – ovvero, milionesimi di millimetro.

Da sinistra a destra, le immagini mostrate nella sequenza d’apertura sono state riprese a lunghezze d’onda crescenti: da sinistra, rispettivamente, 17.1, 19.5, 28.4 e 30.4 nanometri. Ognuna di queste lunghezze d’onda è sensibile a diverse componenti chimiche del Sole e a diversi intervalli di temperature. Come mostrano le immagini, è possibile osservare anche a differenti altezze la cromosfera e la ancor più calda corona solare. Da sinistra a destra, il materiale più brillante in ogni immagine corrisponde a temperature di 1 milione, 1,5 milioni, 2 milioni e “solo” 60.000 – 80.000 gradi Celsius.

Nel frattempo, come vi avevamo anticipato lo scorso settembre, la navicella Solar Orbiter sta venendo sottoposta ai test finali presso gli stabilimenti tedeschi Iabg di Ottobrunn, in vista del lancio, previsto per l’inizio del 2020. Questa nuova missione congiunta Esa / Nasa eseguirà osservazioni in primo piano senza precedenti del Sole da un’orbita unica che consentirà agli scienziati di studiare la nostra stella e la sua corona in modo molto più dettagliato rispetto a quanto è stato possibile fino ad oggi, oltre che a fornire immagini ad alta risoluzione del regioni polari del Sole, ancora completamente inesplorate.

Per ulteriori informazioni su Soho, comprese le immagini in tempo reale del Sole, potete visitare il sito Nasa dedicato alla missione: soho.nascom.nasa.gov