LUCE VERDE DALL’ESA

I satelliti Lisa pronti per le onde gravitazionali

Le tre sonde della missione Laser Interferometer Space Antenna possono passare alla fase successiva. Il lancio è previsto nel 2034. Questo osservatorio spaziale verrà utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo per rilevare le onde gravitazionali

     21/06/2017

Rappresentazione artistica della missione Laser Interferometer Space Antenna (Lisa), un osservatorio spaziale per le onde gravitazionali composto da una flotta di tre satelliti che verranno lanciati nel 2034. Si tratta della terza grande missione (L3) del piano di osservazzione cosmica dell’Esa. Crediti: AEI/Milde Marketing/Exozet

Come la missione Plato (PLAnetary Transit and Oscillations of stars), anche il trio di satelliti della missione Lisa (Laser Interferometer Space Antenna) è stato inserito nel programma scientifico dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Si tratta di un passaggio cruciale, perché si può adesso passare alla fase successiva in vista della costruzione vera e propria e del lancio previsto nel 2034. Questo osservatorio spaziale verrà utilizzato dai ricercatori di tutto il mondo per rilevare le onde gravitazionali, tema – questo – al centro della classe di missione L3.

Le sonde lavoreranno insieme a una distanza di 2,5 milioni di chilometri l’una dall’altra, seguendo un’orbita attorno al Sole alla distanza di circa 50 milioni di chilometri dalla Terra, alla ricerca di increspature nel tessuto spazio-tempo provocate da oggetti celesti con una gravità molto forte, come coppie di buchi neri in via di coalescenza. Per rinfrescarvi la memoria, il 4 gennaio di quest’anno i ricercatori della collaborazione Ligo/Virgo hanno identificato, per la terza volta, una sorgente di onde gravitazionali generate dalla fusione di un sistema binario di buchi neri. Albert Einstein aveva predetto tutto questo più di 100 anni fa nella sua Teoria della Relatività Generale. Studiando le onde gravitazionali (soprattutto dallo spazio – come farà Lisa) gli scienziati potranno risolvere molti misteri a cui gli astronomi ancora non hanno dato risposta.

Rappresentazione artistica di Lisa Pathfinder in viaggio verso il suo punto di osservazione. Crediti: ESA/C. Carreau

Ognuna delle tre sonde della missione Lisa conterrà due masse di prova, come quella che è attualmente operativa su Lisa Pathfinder. Per rivelare eventuali segnali riconducibili alle onde gravitazionali, le masse di prova dovranno essere protette da qualsiasi possibile sorgente di disturbo durante il volo e dovranno essere isolate da tutte le forze esterne e interne tranne la gravità, un requisito fondamentale per misurare eventuali distorsioni causate dal passaggio di un’onda. Sarà proprio questa distorsione a modificare (anche se solo di pochi milionesemi di micron) il tessuto spazio-temporale e andrà rilevata con estrema precisione. A fine mese, la sonda pathfinder terminerà il suo lavoro.

A Madrid, il Science Program Committee dell’Esa ha anche approvato la partecipazione a Proba-3una missione tecnologica per la validazione di tecnologie di satelliti in formazione di volo. In orbita terrestre, due satelliti separati da 150 metri e allineati verso il Sole creeranno, per qualche ora ad ogni orbita, delle eclissi artificiali. Queste permetteranno per la prima volta osservazioni dallo spazio della corona solare ottenibili da terra solamente per pochi minuti, durante le rare eclissi naturali. L’Istituto nazionale di astrofisica sarà responsabile dell’innovativo sistema di metrologia per la formazione di volo del coronografo ed effettuerà la calibrazione di quest’ultimo. Il lancio è previsto nel 2019.

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