PER SOLAR ORBITER È CONFERMATO IL LANCIO NEL 2018

Luna storta per SDO

Qualcosa non va per il Solar Dynamics Observatory della NASA: dopo aver osservato un transito lunare, uno dei suoi strumenti ha smesso di inviare dati. Intanto, l’Italia si prepara alla consegna di uno strumento per un’altra missione dedicata allo studio del Sole, questa volta targata ESA: Solar Orbiter. Abbiamo chiesto come sta procedendo a Silvano Fineschi, dell’INAF di Torino

     05/08/2016
NASA’s Solar Dynamics Observatory, or SDO, saw a lunar transit – when the moon passes between the spacecraft and the sun – on Aug. 2, 2016, from 7:13 a.m. to 8:08 a.m. EDT. Credits: NASA/SDO

Crediti: NASA/SDO

Transito lunare fatale per SDO? Speriamo di no. Quel che è certo però è che dopo aver osservato, il 2 agosto scorso, il passaggio del nostro satellite naturale davanti al disco solare (vedi qui sopra la spettacolare immagine del transito della Luna tra il Sole e il telescopio spaziale) il Solar Dynamics Observatory (SDO), una missione NASA attualmente in orbita, registra qualche difficoltà su uno dei tre strumenti di bordo. Al termine del transito, aveva fatto sapere la NASA mercoledì scorso, la navicella spaziale non era rientrata in “modalità scientifica” (science mode), come avrebbe dovuto, rimanendo per qualche ragione in “modalità inerziale” (inertial mode). Da ieri – giovedì 4 agosto – i due strumenti HMI ed EVE, acronimi rispettivamente dell’Helioseismic and Magnetic Imager e dell’Extreme Ultraviolet Variability Experiment, sembrano essersi perfettamente ripresi e trasmettono dati a terra. A oggi risulta però ancora interrotto il flusso di dati proveniente dal terzo strumento, AIA, l’Atmospheric Imaging Assembly, ovvero il telescopio per l’osservazione nell’ultravioletto del plasma che avvolge la nostra stella.

Ma non solo a stelle e strisce sono le ricerche e le missioni sulle attività che l’invisibile campo magnetico del Sole produce nel Sistema solare e in particolare sulla Terra. Nel 2018 partirà la missione Solar Orbiter dell’ESA, con a bordo uno strumento italiano, il coronografo METIS (del quale è principal investigator Ester Antonucci, associata INAF), sviluppato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con ASI. Come sta procedendo la sua costruzione? Media INAF lo ha chiesto al project scientist di METIS,  Silvano Fineschi, dell’Osservatorio astrofisico di Torino.

«La data di lancio di Solar Orbiter è confermata per l’autunno del 2018, e siamo nella fase finale dell’integrazione degli strumenti. La tabella di marcia è molto compressa», spiega Fineschi, «e tutti gli strumenti vanno consegnati un anno e mezzo prima della data di lancio. Entro gennaio del 2017 METIS e gli altri verranno integrati sul satellite in Inghilterra. Per accelerare, viste le scadenze imminenti faremo l’integrazione e la calibrazione contestualmente presso ALTEC –Torino, poi le prove ambientali termiche e in vuoto e infine Cape Canaveral per l’integrazione con il vettore».