AGRICOLTURA SPAZIALE

Spadellata di lenticchie in microgravità

Studiare il tropismo delle piante in microgravità potrebbe rivelarsi interessante anche per immaginare una nuova agricoltura capace di fornire cibo in abbondanza agli astronauti impegnati in una missione di lunga durata. E, sorpresa, le lenticchie potrebbero diventare un piatto forte della dieta spaziale

     20/01/2016
Plant gravity. Crediti: ESA / Université Blaise Pascal.

Plant gravity. Crediti: ESA / Université Blaise Pascal.

In che modo una pianta conosce lo spazio in cui si ritrova immersa? Come sa dove sono l’alto e il basso? Come sa dove affondare le radici e quale direzione imboccare per farsi bagnare da un tiepido raggio di luce? La risposta potrebbe sembrare ovvia, scontata.

Invece la comprensione dei meccanismi che fanno sì che una pianta si muova consapevolmente nello spazio in cui nasce e cresce è forse alla base della più grande rivoluzione agricola del Ventunesimo secolo. Quella che porterà gli astronauti ad abitare lo Spazio per lunghi periodi di tempo, in condizioni di microgravità o in sua completa assenza, coltivando e godendo di verdure fresche, genuine, coltivate a centinaia di chilometri di distanza dalla superficie terrestre.

Succede già oggi, come possiamo ammirare in questa affascinante fotografia al microscopio e che arriva dritta dritta dalla Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta della radice di una pianta di lenticchie, un campione ora conservato sotto resina, in attesa di essere analizzato.

I punti viola di cui è disseminata la rete di cellule che si allarga su tutta l’immagine sono statoliti pieni di amido e che normalmente sono allineati verso il basso per azione della gravità. Dal momento che questa pianta è cresciuta nello spazio però, gli statoliti fluttuano liberamente nel mezzo delle cellule cui appartengono.

All’interno del modulo Columbus, in poco più di 31 ore, sono state raccolte quasi 2500 immagini di 768 semi. Serviranno a monitorare i movimenti delle piante in condizioni di microgravità. Un esperimento, questo di ESA, che potrebbe cambiare radicalmente il nostro modo di coltivare fiori e piante nello spazio. Se potessimo coltivare le lenticchie in verticale, ad esempio, è certo che si potrebbe aumentare drasticamente la resa della coltura per metro quadro.

«È fondamentale poter coltivare semi in ambiente di microgravità perché ci permette di analizzare quali variazioni siano dovute alla forza di gravità», spiega Valérie Legue della Université Blaise Pascal di Clermont-Ferrand, Francia.

L’esperimento Gravi-2 si inserisce in un filone botanico spaziale già inaugurato dall’agenzia spaziale giapponese JAXA e di cui abbiamo parlato anche noi di MediaINAF. Dopo i risultati ottenuti grazie a Gravi-1, ora i ricercatori stanno esaminando come il calcio venga usato dalle piante per regolarne la crescita.

Su Terra, il calcio si diffonde all’interno dei vegetali attraverso le radici ed è considerato un elemento importante per la crescita della pianta. Per gli aggiornamenti rimandiamo al blog dell’esperimento, a questo link.