Si chiama Nao il robottino che aiuterà gli equipaggi della Stazione spaziale internazionale nelle operazioni di bordo. Non è però un robot come gli altri. Un team di ricercatori francesi dell’Institut cellule souche et cerveau (Inserm / Università Claude Bernard di Lione 1), guidato da Peter Ford Dominey, ha sviluppato una memoria autobiografica per Nao, che permetterà di trasmettere conoscenze apprese da un equipaggio ad un altro. Sarà, inoltre, possibile datare gli eventi e contestualizzarli rendendo così più veloce il lavoro a bordo.
Progettato nel 2004 dalla francese Aldebaran Robotics, il robot umanoide (alto 58 centimetri) potrebbe diventare membro permanente a bordo dell’ISS per mantenere i contatti tra i diversi equipaggi che ruotano ogni sei mesi sulla ISS, e trasferire le informazioni da equipaggio a equipaggio. Questi risultati sono stati presentati al 24° SInternational Symposium on Robot and Human Interactive Communication a Kobe, in Giappone.
Come dice il motto, sbagliando s’impara. Ed è proprio questo motto il modus operandi del progetto Nao: trasmettere conoscenza di volta in volta aggiornata in modo da ridurre al minimo gli errori durante la permanenza in orbita e durante i diversi esperimenti scientifici. Allo stesso tempo, il robot memorizzerà azioni nuove dagli esseri umani che lo circondano, tramite dimostrazioni fisiche, imitazione visiva o comandi vocali. Il tutto verrà immagazzinato nella memoria di Nao e potrà essere utilizzato in qualsiasi occasione dagli esseri umani.
I ricercatori hanno progettato questo tipo di memoria in vista di una sempre più stretta collaborazione uomo-robot, che ormai sta diventando una realtà importante nell’ambito scientifico/tecnologico. A questo proposito ricordiamo l’umanoide Robonaut 2, che si trova (in maniera permanente) a bordo della ISS: nata dalla collaborazione tra NASA e DARPA, l’unità è stata “spedita” in orbita nel febbraio 2011 per assistere gli astronauti in operazioni più complicate (soprattutto attività extra-veicolari).
Per testare la memoria di Nao, gli scienziati hanno messo in atto uno scenario di emergenza sulla ISS. Durante il cambio di equipaggio si danneggia una scheda importante. Qui entra in gioco Nao, che dirige le operazioni del nuovo equipaggio, assistendo anche durante la riparazione del danno. Il robot è programmato per registrare video delle sue “esperienze” a bordo, utili da mostrare all’equipaggio se dovesse verificarsi la stessa emergenza.
Nao e Robonaut 2 rappresentano solo l’inizio di questa nuova fase in cui l’essere umano dovrà lavorare sempre a più stretto contatto con gli “aiutanti” robot. I ricercatori sperano di testare il prima possibile Nao nello spazio e a zero gravità, ma il robot potrebbe avere un’utilità sociale anche sulla Terra: pensate se potesse affiancare – come memoria personale – le persone anziane nella vita di tutti i giorni…
IL VIDEO MOSTRA NAO MENTRE IMPARA NUOVI GESTI
Crediti: CNRS