MASSIMA PRIORITÀ ALL’AUTONOMIA DALLE SOYUZ

NASA, ecco il piano di spesa per il 2016

Presentato ieri dall’amministrazione Obama, il budget che la NASA sottopone al Congresso per il prossimo anno prevede finanziamenti per 18.5 miliardi di dollari, 5.3 dei quali destinati a programmi scientifici. In calendario anche una missione robotica verso Europa, la luna di Giove

     03/02/2015
Crediti: NASA

Crediti: NASA

Mezzo miliardo di dollari in più. Quasi interamente destinato alla voce “Commercial Spaceflight”, dunque alle navette private per la tratta Terra-ISS. Questo è quanto chiede Charles Bolden al Congresso per mantenere la leadership degli Stati Uniti nell’esplorazione e nella ricerca spaziale.

Il nuovo piano di spesa della NASA presentato ieri dall’amministrazione Obama riguarda l’anno fiscale 2016, quello che inizia il prossimo primo ottobre. La richiesta è di un incremento di 519 milioni di dollari rispetto allo scorso anno, arrivando così a un totale di 18.5 miliardi di dollari. «La NASA è in viaggio verso Marte. Non commettiamo errori, è un viaggio che potrà guidare e definire la nostra generazione», ha dichiarato Bolden.

In realtà, come vedremo, se c’è una linea che si vede ridurre il budget è proprio quella propedeutica alle future missioni marziane con equipaggio umano, ovvero Space Launch System. Ben 1244 milioni di dollari (dunque 438 in più rispetto al 2015) sono invece destinati a Boeing e SpaceX per lo sviluppo del trasporto spaziale commerciale (Commercial Crew Program), dunque i collegamenti con la ISS. L’intenzione della Casa Bianca è quella di mantenere in pista entrambe le società, così da arrivare a rendersi autonomi dalla Russia entro il 2017.

Ora la palla passa al Congresso. Se la richiesta d’aumento non dovesse passare, «non saremo in grado di garantire lo sviluppo di questi servizi entro la fine del 2017», sottolinea il responsabile economico della NASA David Radzanowski. È una questione d’orgoglio, certo, visto che è da quando lo Shuttle è andato in pensione, dunque dal 2011, che gli Stati Uniti dipendono dalla Russia per i collegamenti con la Stazione spaziale. Ma ci sono anche risvolti economici non indifferenti: stando ai piani dell’agenzia, se il progetto dovesse andare in porto, il costo per passeggero scenderebbe dagli attuali 70 milioni di dollari – questo il tariffario delle Soyuz – a 58 milioni.

Ridimensionamenti in vista invece, come dicevamo, per il programma erede dell’Apollo, quello Space Launch System (SLS) pensato per riprendere dopo quasi mezzo secolo le missioni umane nello spazio profondo: per lo sviluppo del vettore e della capsula Orion, la NASA ha messo in conto 2.5 miliardi di dollari, 400 milioni in meno rispetto al 2015.

E la scienza? Nelle intenzioni della Casa Bianca, fra rifinanziamenti e nuove missioni vi andrebbero destinati in tutto circa 5.3 miliardi di dollari (44 milioni in più rispetto al 2015, dunque), così suddivisi: 2 miliardi per le scienze della Terra, 1.4 per quelle planetarie (fra le quali 30 milioni per una futura missione robotica verso la luna di Giove Europa), 700 milioni all’astrofisica, 650 alla fisica solare e 620 al James Webb Telescope. Alla NASA andrebbe inoltre la gestione dei satelliti di monitoraggio terrestre (con l’esclusione di quelli militari), attualmente in mano alla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), alla quale resterebbero soltanto quelli meteorologici.

Fra le proposte a maggior rischio di bocciatura, la Asteroid Redirect Mission, associata politicamente a Obama e osteggiata dai rappresentanti repubblicani del Congresso. Nessuna richiesta di ulteriori finanziamenti, invece, per il Lunar Reconnaissance Orbiter e per il robottino marziano Opportunity, che comunque pare cavarsela benissimo per conto suo.

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