PER LA RICERCA DI ESOPIANETI

12 telescopi cacciatori

Questo nuovo array si concentrerà nella ricerca di pianeti delle dimensioni di Nettuno e più piccoli, con diametro da due a otto volte quello della Terra. Raggiungerà un livello di accuratezza nella misura della luminosità delle stelle - una parte su mille - mai raggiunta prima

     14/01/2015
L'NGTS (Next-Generation Transit Survey o strumento per survey di transito di nuova generazione) si trova all'Osservatorio dell'ESO al Paranal nel Cile settentrionale. Crediti: ESO/G. Lambert

L’NGTS (Next-Generation Transit Survey o strumento per survey di transito di nuova generazione) si trova all’Osservatorio dell’ESO al Paranal nel Cile settentrionale. Crediti: ESO/G. Lambert

L‘NGTS (Next-Generation Transit Survey o strumento per survey di transito di nuova generazione) ha conseguito la prima luce all’Osservatorio dell’ESO al Paranal nel Cile settentrionale. Si tratta di un n sistema osservativo a grande campo, composto da una schiera di dodici telescopi – ciascuno con un’apertura di 20 centimetri – il cui obiettivo è rilevare i transiti di pianeti extrasolari – cioè pianeti che passano di fronte alla propria stella madre (al di fuori del Sistema solare) e di conseguenza producono una lieve attenuazione della luce della stella che può essere osservata da strumenti molto sensibili. I telescopi si concentreranno nella ricerca di pianeti delle dimensioni di Nettuno e più piccoli, con diametro tra due e otto volte quello della Terra.

Questa nuova struttura, costruita da un consorzio britannico, svizzero e tedesco, sfrutta le superbe condizioni osservative e le ottime strutture di supporto disponibili nel sito in Cile. «Ci serviva un sito in cui le notti serene fossero tante e l’aria limpida e secca, in modo da poter fare misure molto accurate e il più spesso possibile – il Paranal era di gran lunga la scelta migliore», ha affermato Don Pollacco dell’Università di Warwick nel Regno Unito, uno dei dirigenti del progetto NGTS.

In questa fotografia scattata durante il periodo di verifica sono visibili la maggior parte dei telescopi da 20 centimetri che formano il sistema per survey. Crediti: ESO/R. West

In questa fotografia scattata durante il periodo di verifica sono visibili la maggior parte dei telescopi da 20 centimetri che formano il sistema per survey. Crediti: ESO/R. West

NGTS è progettato per funzionare in modo robotico e terrà sotto controllo in modo continuo la luminosità di centinaia di migliaia di stelle relativamente brillanti nel cielo meridionale. Cercando gli esopianeti in transito raggiungerà un livello di accuratezza nella misura della luminosità delle stelle – una parte su mille – mai raggiunta prima da uno strumento per survey a grande campo che opera da terra. La missione orbitale Kepler della NASA, per esempio, ha un’accuratezza maggiore sulla misura della luminosità delle stelle ma esplora una regione più piccola di cielo rispetto a NGTS. La ricerca di NGTS su un’area più grande permetterà di trovare casi più brillanti di esopianeti piccoli, più adatti per i successivi studi particolareggiati. Questa grande accuratezza nella misura delle luminosità, su un campo molto grande, è tecnicamente molto impegnativa, ma tutte la tecnologie chiave necessarie per l’NGTS erano già stata dimostrate come fattibili su un prototipo più piccolo, in funzione a La Palma, nelle isole Canarie, tra il 2009 e il 2010. L’NGTS si basa anche sul successo dell’esperimento SuperWASP, che finora guida la classifica della rilevazione dei grandi pianeti gassosi. Le scoperte dell’NGTS verranno ulteriormente approfondite con altri telescopi più grandi, tra cui il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO.

Uno degli scopi è di trovare pianeti piccoli che siano sufficientemente brillanti per misurarne la massa planetaria. Di conseguenza si potranno stimare le densità dei pianeti e quindi derivare indizi sulla loro composizione. Sarà anche possibile sondare l’atmosfera degli esopianeti durante il transito. Infatti in questo periodo una parte della luce della stella attraversa l’atmosfera dell’esopianeta, se presente, e lascia una traccia piccola, ma identificabile. Finora sono state portate a termine solo poche di queste osservazioni così delicate, ma l’NGTS fornirà molti obiettivi potenziali. «Che saranno poi, almeno i sistemi esoplanetari più interessanti, dati in pasto a CHEOPS, il piccolo satellite dell’ESA che nel 2017 porterà in orbita ottiche italiane pensate e costruite grazie alla collaborazione tra INAF e ASI», commenta Isabella Pagano dell’INAF- Osservatorio Astrofisico di Catania e coordinatrice della missione per la parte INAF.

Questa lunga esposizione notturna mostra i telescopi durante le verifiche. La Luna molto brillante è visibile al centro dell'immagine, mentre le cupole di VISTA (a destra) e del VLT (a sinistra) spuntano all'orizzonte. Crediti: ESO/G. Lambert

Questa lunga esposizione notturna mostra i telescopi durante le verifiche. La Luna molto brillante è visibile al centro dell’immagine, mentre le cupole di VISTA (a destra) e del VLT (a sinistra) spuntano all’orizzonte. Crediti: ESO/G. Lambert

Questo è il primo progetto di telescopio ospitato, ma non gestito, dall’ESO al Paranal. Altri progetti che operano con accordi simili si trovano al sito più vecchio dell’Osservatorio di La Silla. I dati dell’NGTS confluiranno comunque nel sistema di archiviazione dell’ESO e saranno disponibili per gli astronomi di tutto il modo per i prossimi decenni.

Peter Wheatley, uno dei capi-progetto dell’NGTS, dell’Università di Warwick, ha detto: «Siamo entusiasti di iniziare la nostra ricerca dei piccoli pianeti intorno alle stelle vicine. Le scoperte dell’NGTS e le osservazioni di approfondimento dei telescopi da terra e dallo spazio saranno passi importanti per la nostra ricerca sull’atmosfera e la composizione dei pianeti piccoli come la Terra».

Questa immagine mostra la cupola dell'NGTS durante il giorno. Le cupole di VISTA (a destra) e del VLT (a sinistra) spuntano all'orizzonte. Crediti: ESO/R. Wesson

Questa immagine mostra la cupola dell’NGTS durante il giorno. Le cupole di VISTA (a destra) e del VLT (a sinistra) spuntano all’orizzonte. Crediti: ESO/R. Wesson

[Clicca QUI per leggere il comunicato stampa dell’ESO in italiano]