L’AMMASSO NGC 3532 CONTIENE CIRCA 400 STELLE

L’ESO fotografa il Pozzo dei desideri

Si tratta della prima sorgente osservata dal telescopio spaziale Hubble. Secondo gli esperti è un raggruppamento di mezza età: alcune giovani stelle brillano ancora di un colore caldo e bluastro, mentre molte delle più massicce sono diventate giganti rosse e brillano di una ricca tonalità arancio

     26/11/2014
Il telescopio da 2,2 metri dell'MPG/ESO all'Osservatorio dell'ESO di La Silla in Cile ha ottenuto questa ricca e variopinta veduta del brillante ammasso stellare NGC 3532. Alcune delle sue stelle sono caldissime e blu, ma molte delle più massicce sono divenute giganti rosse e brillano di colore arancione. Crediti: ESO/G. Beccari

L’Osservatorio dell’ESO di La Silla in Cile ha ottenuto questa veduta del brillante ammasso stellare NGC 3532. Alcune delle sue stelle sono caldissime e blu, ma molte delle più massicce sono divenute giganti rosse e brillano di colore arancione. Crediti: ESO/G. Beccari

Quello che vedete in questa variopinta immagine, realizzata con il telescopio da 2,2 metri dell’MPG/ESO all’Osservatorio dell’ESO a La Silla (in Cile), è l’ammasso stellare luminoso NGC 3532 a circa 1300 anni luce da noi, nella costellazione della Carena. È noto in modo informale come l’ammasso del “Pozzo dei Desideri”, poiché ricorda una manciata di monete d’argento lanciate in un pozzo. Viene anche chiamato l’ammasso del “Football” (cioè del Pallone) a causa della sua forma ovale, che può sembrare, per chi è familiare con il gioco, un pallone da rugby.

È uno degli ammassi aperti più spettacolari di tutto il cielo. Particolari sono i suoi colori: alcune giovani stelle brillano ancora di un colore caldo e bluastro, ma molte delle più massicce sono diventate giganti rosse e brillano di una ricca tonalità arancio. Le stelle più massicce dell’ammasso originale hanno già trascorso la loro vita breve ma brillante e sono esplose tempo fa come supernove. Altre stelle deboli, numerose ma meno appariscenti, sono le stelle di piccola massa e vita più lunga. NGC 3532 è formato da circa 400 stelle in totale.

Questa panoramica del cielo intorno all'ammasso NGC 3532 è stata ottenuta da materiale fotografico proveniente dalla DSS2 (Digitized Sky Survey 2). L'ammasso stesso è al centro dell'immagine mentre la stella brillante in basso a sinistra è x Carinae - una ipergigante gialla, circa cinque volte più lontana da Terra dell'ammasso stesso. Questa stella è una delle più distanti visibili a occhio nudo. Crediti: ESO/Digitized Sky Survey 2. Acknowledgement: Davide De Martin

Questa panoramica del cielo intorno all’ammasso NGC 3532 è stata ottenuta da materiale fotografico proveniente dalla DSS2 (Digitized Sky Survey 2). L’ammasso stesso è al centro dell’immagine mentre la stella brillante in basso a sinistra è x Carinae – una ipergigante gialla, circa cinque volte più lontana da Terra dell’ammasso stesso. Questa stella è una delle più distanti visibili a occhio nudo. Crediti: ESO/Digitized Sky Survey 2. Acknowledgement: Davide De Martin

Questa immagine di NGC 3532 è stata ottenuta con lo strumento WFI (Wide Field Imager) all’Osservatorio dell’ESO a La Silla nel febbraio 2013. Lo sfondo del cielo è una zona della Via Lattea molto ricca di stelle. È visibile anche qualche nube di gas rosso incandescente, così come sottili strisce di polvere che bloccano la vista sulle stelle più distanti. Queste non sono probabilmente collegate all’ammasso stesso, abbastanza vecchio da aver eliminato da tempo tutto il materiale circostante.

NGC 3532 molto brillante è visibile facilmente a occhio nudo dall’emisfero australe. È stato scoperto dall’astronomo francese Nicolas Louis de Lacaille osservando dal Sud Africa nel 1752 e catalogato tre anni dopo nel 1755.  NGC 3532 copre un’area di cielo pari a circa il doppio della Luna piena ed stato descritto come un ammasso ricco di binarie da John Herschel, il quale vi osservò “diverse eleganti stelle doppie” durante il suo soggiorno nel sud dell’Africa intorno al 1830. Di importanza storica più recente, NGC 3532 è stata la prima sorgente osservata dal telescopio spaziale Hubble di NASA/ESA il 20 maggio 1990.

Questo raggruppamento di stelle ha circa 300 milioni di anni: è perciò di mezz’età, secondo gli standard degli ammassi aperti. Le stelle di massa molto maggiore del Sole vivono per pochi milioni di anni, il Sole dovrebbe vivere circa 10 miliardi di anni, mentre le stelle di massa più piccola per centinaia di miliardi di anni – molto di più dell’età attuale dell’Universo.

[Clicca QUI per leggere il comunicato dell’ESO]