TESTATO IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA

La caduta dei gravi in versione quantistica

A Firenze un team di ricercatori ha testato con un interferometro atomico il principio di equivalenza di Einstein. Lo studio è pubblicato su Physical Review Letters

     08/07/2014

interferometromagiaUna misura per testare il principio di equivalenza di Einstein. E’ quanto hanno effettuato i ricercatori dell’INFN e dell’Università di Firenze, che lavorano all’esperimento Magia, con un interferometro atomico. Il principio di equivalenza è alla base della teoria della relatività generale di Albert Einstein.

Lo studio è pubblicato dalla rivista scientifica Physical Review Letters (“Test of Einstein Equivalence Principle for 0-Spin and Half-Integer-Spin Atoms: Search for Spin-Gravity Coupling Effects”).
Possiamo considerare l’esperimento dei ricercatori fiorentini – guidati da Guglielmo Tino, ricercatore INFN e ordinario di Fisica della materia presso l’Ateneo fiorentino – come la versione quantistica del famoso, quanto leggendario, esperimento sulla caduta dei gravi, che Galilei avrebbe effettuato dalla torre di Pisa per verificare che oggetti diversi si muovono allo stesso modo sotto l’effetto della gravità. Questa volta, però, anziché la torre di Pisa e oggetti comuni, per realizzare le misure sono stati utilizzati un interferometro atomico e degli isotopi dell’atomo di stronzio in caduta libera nel vuoto, che hanno permesso agli scienziati di misurare l’accelerazione con cui gli atomi cadono nel campo gravitazionale terrestre.

“Questa misura rappresenta il primo test del principio di equivalenza effettuato confrontando atomi con spin e senza spin e con caratteristiche diverse, ossia bosoni e fermioni”, commenta Guglielmo Tino. “Per le sue caratteristiche uniche, l’interferometro quantistico sviluppato a Firenze per questo esperimento, potrà essere utilizzato in futuro anche per altri esperimenti di fisica fondamentale, come la misura della forza di gravità a distanza di pochi micrometri, la ricerca di eventuali extradimensioni, la rivelazione delle onde gravitazionali a frequenze che i grandi interferometri ottici non raggiungono, e ulteriori test nell’ambito della teoria della relatività generale”.

Lo stesso team ha recentemente pubblicato su Nature un altro risultato dell’esperimento Magia: una raffinata misura della costante gravitazionale effettuata con l’interferometro quantistico.