RAZZI COME AEROPLANI

Lo spazio low cost

Un’azienda del Colorado sta lavorando per abbattere i costi dell’esplorazione spaziale, e costruire nuovi razzi più economici e completamente riutilizzabili. Con l’obiettivo finale di mandare chiunque nello spazio.

     12/05/2014
Elaborazione artistica dei razzi low cost. Crediti: Escape Dynamics

Elaborazione artistica dei razzi low cost. Crediti: Escape Dynamics

I granulosi video dei primi razzi lanciati in orbita negli anni ’50 e le immagini in full HD dei giorni nostri hanno qualcosa in comune: riprendono imprese estremamente costose. Lo erano nel secolo scorso e lo sono oggi, nonostante gli avanzamenti scientifici e tecnologici. Andare nello spazio, insomma, è roba da ricchi.

Ma c’è una piccola azienda nel cuore del Colorado che sta lavorando per rendere l’Universo più accessibile: si chiama Escape Dynamics ed è nata proprio con l’obiettivo di abbattere i costi dell’esplorazione spaziale.

“Mandare nello spazio un chilogrammo di carico utile costa da 5.000 a 10.000 dollari” dice Dmitriy Tseliakhovich, astrofisico e co-fondatore di Escape Dynamics. “Noi vogliamo cambiare il modo in cui accedere all’orbita terrestre”.

Come? Riassumendo in una frase, si potrebbe dire che la proposta è adottare l’approccio degli aeroplani: andata e ritorno, più viaggi con lo stesso veicolo.

Oggi questo non è ancora possibile: “La struttura dei razzi mandati in orbita non è riutilizzabile” spiega Tseliakhovich. “E oggi siamo costretti a buttarli via ogni volta che viaggiamo”.

Per risolvere questo spreco di materiali, Escape Dynamics vuole spostare in remoto la maggior parte del “lavoro” dei razzi durante la preparazione al lancio. L’idea sarebbe utilizzare come propulsore un fascio di microonde catturato da un’antenna, che passerebbe attraverso un miscelatore di calore prima di trasformarsi in forza in grado di sollevare la navicella. In pratica, il motore verrebbe riscaldato a distanza, con un enorme risparmio dei costi.

E soprattutto, un miglioramento delle prestazioni: i razzi progettati in questo modo dovrebbero essere molto più snelli, e avere più spazio per il carico vero e proprio da lanciare in orbita (un bagaglio che oggi occupa non più del 2%).

“Ma l’obiettivo più eccitante sarà costruire stazioni orbitanti dove aziende e singoli individui possano accedere per sviluppare la scienza di frontiera in assenza di gravità” conclude Tseliakhovich.

Uno scenario ambizioso, che però dovrà passare attraverso i numerosi test e simulazioni a cui sarà sottoposto questo nuovo progetto di razzo. Nell’attesa di costruire aeroporti spaziali.

Per saperne di più:

  • Guarda un video in cui Dmitriy Tseliakhovich parla del progetto di Escape Dynamics