IL LANCIO DELLA SONDA NEL 2016

Alla conquista dell’asteroide

La NASA ha cominciato la costruzione della navicella OSIRIS-REx che incontrerà l'asteroide Bennu nel 2018. L'obiettivo è, oltre a studiarne la superficie, raccogliere campioni di circa 60 grammi ciascuno da riportare poi sulla Terra nel 2023

     11/04/2014
Rappresentazione artistica dell'OSIRIS-REx della NASA che raccoglierà campioni di roccia dall'asteroide Bennu. Crediti: NASA/Goddard

Rappresentazione artistica dell’OSIRIS-REx della NASA che raccoglierà campioni di roccia dall’asteroide Bennu. Crediti: NASA/Goddard

Pensavate che raggiungere un asteroide fosse impossibile? Non è così, o almeno non lo sarà in un prossimo futuro. La NASA sta progettando una navicella spaziale che si dirigerà verso l’asteroide 101955 Bennu per raccogliere campioni di roccia da riportare sulla Terra. L’Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer, meglio conosciuto come OSIRIS-REx, verrà lanciato nel 2016 e incontrerà l’asteroide nel 2018. Cosa prevede la missione? Dopo poco sei mesi o un anno passati nell’orbita di Bennu (la fase di osservazione può durare massimo 505 giorni), la sonda effettuerà dei prelevi di campioni, ognuno di circa 60 grammi, che verranno analizzati sul nostro pianeta solo nel 2023, quando OSIRIS-REx farà ritorno. È un passo in più verso il sogno americano (è il caso di dirlo) di poter inviare astronauti, quindi missioni con equipaggio umano, verso asteroidi nel 2025.

La NASA ha cominciato la costruzione della navicella e delle diverse strumentazioni. “Questo è il passo finale che porta la missione dai progetti su carta al prodotto finale”, ha detto entusiasta Gordon Johnston, della NASA. La sonda porterà a bordo ben 5 strumenti scientifici che studieranno anche la superficie dell’asteroide: l’OSIRIS-REx Camera Suite (OCAMS), cioè il sistema di fotocamere della sonda; l’OSIRIS-REx Laser Altimeter (OLA), l’OSIRIS-REx Visible and IR Spectrometer (OVIRS); l’OSIRIS-REx Thermal Emission Spectrometer (OTES); il Regolith X-ray Imaging Spectrometer (REXIS) e infine il Touch-And-Go Sample Acquisition Mechanism (TAGSAM), che si occuperà della raccolta dei campioni.

La missione è stata sviluppata dal Lunar and Planetary Laboratory (LPL) dell’Università dell’Arizona, dal Goddard Space Flight Center della NASA e dalla divisione spaziale della Lockheed Martin, che si occuperà della costruzione della sonda, che sarà di forma cubica, di 2 metri di lato, da cui partiranno i due pannelli fotovoltaici che saranno utilizzati per l’alimentazione. “Avere avuto l’ok per cominciare a costruire è un risultato importante, ma adesso comincia la fase più complicata. La vera sfida sarà la costruzione, i vari test di volo e dei diversi sistemi a bordo”, ha detto Mike Donnelly, a capo della missione OSIRIS-REx.

Gli esperti della NASA puntano a rispondere a diverse domande sulla composizione e sulla formazione del Sistema solare. L’obiettivo è recuperare un campione incontaminato di regolite carbonacea in una quantità sufficiente a permettere successive analisi dei suoi costituenti, della loro distribuzione e della sua storia. I ricercatori realizzeranno, poi, una mappa delle proprietà chimiche, geologiche e minerarie dell’asteroide. Con questa missione la NASA cercherà di comprendere meglio la popolazione near-Earth objects potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta in modo tale da programmare future missioni di esplorazione degli asteroidi.

Lo scorso gennaio, la NASA ha invitato tutti gli appassionati a mandare un messaggio a Bennu scrivendo i loro nomi su un form online. I nomi saranno poi incisi su un microchip a bordo della navicella. I partecipanti possono di scaricare e stampare un attestato che documenta la loro partecipazione alla missione OSIRIS-REx. La campagna è aperta fino al 30 settembre 2014.

Per saperne di più:

Vai al sito della missione OSIRIS-REx