NUOVO STUDIO SULLA FORMA DELLE GALASSIE

Conoscete la nostra velocità

Alcuni astronomi australiani stanno per pubblicare sulla rivista The Astrophysical Journal quello che è, a oggi, lo studio più preciso della relazione tra la velocità di rotazione delle galassie a spirale e la loro forma, che varia da dischi pressoché piatti a vere e proprie sfere.

     28/02/2014
M81, esempio di galassia piuttosto "grassa". Crediti: NASA/ESA/Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

M81, esempio di galassia piuttosto “grassa”. Crediti: NASA/ESA/Hubble Heritage Team (STScI/AURA)

Alcune galassie a spirale sono dei dischi pressoché piatti. Altre invece sono più spesse, con il bulbo sporgente e ben visibile al centro. È una questione cinematica: le stelle delle galassie più sottili ruotano più rapidamente attorno al centro della galassia di quanto non avvenga alle stelle delle galassie sferoidali (immaginate delle paste da pizza che vengono fatte ruotare in aria da un abile pizzaiolo e sarà tutto un po’ più chiaro).

Ora una nuova ricerca, guidata dall’International Center for Radio Astronomy Research (ICRAR) di Perth, è stata in grado di misurare gli effetti delle rotazioni delle galassie con una precisione dieci volte maggiore rispetto agli ultimi studi, portando così a una migliore comprensione della relazione tra la loro forma, la loro velocità di rotazione e la loro massa. Lo studio è in corso di pubblicazione su Astrophysical Journal.

Della forma irregolare delle galassie possiamo accorgerci semplicemente alzando gli occhi al cielo, di notte: “La banda bianca della Via Lattea è una fascia relativamente sottile di spessore costante” spiega Danail Obreschkow , professore associato dell’University of Western Australia e che ha coordinato lo studio. “Tuttavia, quando si guarda esattamente al centro vicino alla costellazione del Sagittario si può effettivamente vedere un ispessimento della Via Lattea, che è il bulbo. Alcune galassie sono dischi molto piatti di stelle e altre sono più spesse o addirittura sferiche”.

“Gran parte delle ricerche del secolo scorso sono state dedicate a capire questa  grande diversità di galassie nell’Universo”, racconta Obreschkow. Ma questi studi si basavano principalmente su osservazioni di immagini ottiche. Era quindi difficile distinguere in maniera incontrovertibile le varie rotondità delle galassie, così come capire esattamente il modo in cui le rispettive velocità ne modellavano le forme. “Con questa ricerca abbiamo fatto un passo avanti verso la comprensione di come questo avvenne, dimostrando che la rotazione delle galassie a spirale è un fattore chiave per la loro forma”.

Lo studio ha esaminato 16 galassie situate tra i 10 milioni e i 50 milioni di anni luce dalla Terra utilizzando i dati di un survey chiamato THINGS, utilizzando i dati raccolti dal Very Large Array (VLA) del Nuovo Messico, uno dei più grandi radiotelescopi del mondo.

“L’indagine di THINGS mostra il gas freddo nelle galassie, dove è e come si muove”, spiega Obreschkow . “Questo è un punto fondamentale. Se si vuole misurare la rotazione, non si può semplicemente prendere una fotografia: bisognerà prendere una sorta di foto speciale che ne mostra il movimento”.