UNA SETTIMANA AL PUNTO LAGRANGIANO

Gaia in vista di L2

Fra poco più di tre mesi cominceranno le ricerche vere e proprie. Prima GAIA, il gioiellino dell'ESA, dovrà posizionarsi nel punto Lagrangiano L2, è una regione di equilibrio gravitazionale nel sistema Terra-Sole.

     03/01/2014

gaia00755897965_1632640297_nÈ partito il 19 dicembre scorso dalla base europea di Kourou (Guiana Francese) il gioiellino dell’ESA. Parliamo del satellite GAIA, che scruterà come mai prima d’ora la Via Lattea. È proprio a metà della prima parte del suo viaggio e raggiungerà per la fine della prossima settimana un punto nello spazio distante un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, denominato L2. La missione ha ormai raggiunto la distanza di un milione di chilometri dalla Terra.

Cos’è il punto L2? Si tratta di una regione di equilibrio gravitazionale nel sistema Terra-Sole scoperta da Lagrange, l’astronomo italo-francese che la calcolò nel Settecento, dove l’attrazione gravitazionale del Sole e della Terra si bilanciano quasi esattamente. È stato scelto questo punto proprio perché da qui sarà più facile osservare e studiare la nostra galassia: in orbita attorno alla Terra, infatti, il satellite finirebbe periodicamente in ombra e verrebbe continuamente disturbato.

Il 22 dicembre si è conclusa la fase LEOP (Launch and Early Orbit Phase) e da allora gli ingegneri dell’ESOC hanno preso il controllo degli strumenti di bordo per controllarne il funzionamento. Inizialmente, infatti, GAIA ha viaggiato con un moto inerziale, quindi non controllato. È iniziata poi la fase di rodaggio, che durerà quattro mesi e mezzo, in cui gli strumenti, dopo essere stati calibrati, inizieranno a raccogliere dati. Tra il 6 e il 9 gennaio, infine, avverrà il posizionamento sul punto orbitale L2.

La missione di Gaia durerà 5 anni e studierà oltre un miliardo di oggetti presenti nella Via Lattea, fornendo misure di posizioni, distanze e movimenti (astrometria), intensità della radiazione emessa (fotometria) e infine le caratteristiche della radiazione emessa alle varie lunghezze d’onda (spettroscopia). GAIA sarà alimentato a energia solare: il satellite è dotato, infatti, di uno schermo solare di dieci metri di larghezza (a forma di ombrello )sul quale sono stati montati 6 pannelli solari. L’ombrello proteggerà il satellite dalla radiazione solare impedendo il suo riscaldamento e quindi migliorando le osservazioni. Nel frattempo sono in corso diversi test su antenne e apparecchiature in preparazione dell’arrivo a L2.

Le ricerche avverranno tramite due telescopi montati a bordo, puntati in due direzioni diverse e che ruoteranno ogni sei ore per avere la massima visuale possibile del nostro cielo. La missione durerà diversi anni, in modo tale da poter rilevare gli spostamenti delle stelle e anche i più piccoli cambiamenti nella Via Lattea. Fra 5 anni gli scienziati mapperanno in 3D la nostra galassia come mai è stato fatto finora e l’Italia è al centro del progetto: uno dei luoghi di raccolta dati è il centro Altec di Torino. Sono coinvolti, inoltre, centinaia di ricercatori italiani, coordinati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

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