A VOLO D’UCCELLO SU HEBES CHASMA

Le cicatrici di Marte

Un gigantesco canyon marziano, creato dall'attività del più grande vulcano del sistema solare, è il protagonista di un dettagliatissimo mosaico di immagini riprese dalla sonda Mars Express. La regione, chiamata Hebes Chasma, porta su di sé i segni delle fasi più violente della storia del pianeta rosso.

     11/10/2013
Hebes Chasma nel mosaico di otto immagini riprese dalla High Resolution Stereo Camera di Mars Express - ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

Hebes Chasma nel mosaico di otto immagini riprese dalla High Resolution Stereo Camera di Mars Express – ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

Profondo ottomila metri, esteso per più di 300 km in una direzione e 125 nell’altra, la gigantesca vallata Hebes Chasma è una formazione unica su Marte, e porta i segni visibili del periodo più violento della vita del pianeta rosso. Si è formato infatti, probabilmente, durante il primo miliardo di anni di evoluzione di Marte, quando l’intensa attività vulcanica della vicina regione Tharsis (dove si trova l’Olympus Mons, il più grande vulcano del Sistema solare) frantumava la crosta marziana fino a creare questa spettacolare struttura e il sistema di canyon che la circonda.

Già molte volte nell’obiettivo delle sonde marziane, Hebes Chasma è ora il protagonista di un dettagliatissimo mosaico di 8 immagini riprese dagli strumenti della sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Le immagini rivelano in particolare la presenza di una “mesa”, un altopiano al centro di Hebes Chasma posto più o meno alla stessa altitudine delle pianure che circondano la vallata. Su un lato però questo altopiano è interrotto da uno “scavo” a forma di ferro di cavallo, in cui il materiale roccioso sembra franato verso il fondo della valle. In molti punti si vedono tracce di frane, che fanno pensare che il materiale in tutta la regione sia debole e facilmente eroso. Le immagini di Mars Express hanno permesso anche di creare una ricostruzione in 3D della regione, visibile qui sotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tanto i dati raccolti da Mars Express quanto quelli della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter rivelano la presenza di minerali che possono formarsi solo in presenza di acqua: in qualche momento della sua storia, quindi, il canyon potrebbe aver ospitato un lago.

 

ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)

ESA/DLR/FU Berlin (G. Neukum)