
Questa la scheda che descrive, da parte della casa editrice Dedalo, l’opera dell’astrofisico Stuart Clark. Niente di più preciso e altrettanto niente di più impreciso. Perché tutto dipende da come si affronta le lettura. Ci troviamo infatti di fronte ad un libro di storia, o meglio di cronistoria, romanzata. Affrontata da questo punto di vista è un’occasione per approfondire la propria conoscenza delle rivoluzioni scientifiche, in campo astronomico, che si compirono nel 1600 e di come la Chiesa Cattolica, ormai separata dai luterani e quindi non più assoluti protagonisti della religione europea, la affrontò con il massimalismo derivante dalla educazione dell’inquisizione, ma anche con il pragmatismo, ormai sempre più vincente dei gesuiti. Infatti i protagonisti sono si Galileo e Kepler, ma anche il cardinal Bellarmino che di quella scuola faceva parte.
Se si legge con questa prospettiva si esce al dunque soddisfatti, passando sopra ad una prosa decisamente sommaria e non molto scorrevole, diciamo poco romanzesca e che non sappiamo, non avendone letto il testo originale, se da imputare all’autore o alla traduttrice, ma propendiamo per la prima ipotesi conoscendo la professionalità di chi fa il mestiere del traduttore.






