FIRMATA LA CONVENZIONE

UAI e INAF insieme per l’astronomia

Il rapporto tra astronomi e astrofili, nel nostro paese, non è sempre stato idilliaco. Da una parte la "diffidenza" dei professionisti e dall'altro l'eccesso di "protagonismo" dei dilettanti. Una contrapposizione che, come dimostrato all'estero, non ha ragione di essere, al contrario una collaborazione non può che far bene alla divulgazione dell'astronomia. L'opinione di Emilio Sassone Corsi

     08/02/2013
Crediti: ESA/Hubble & NASA

Crediti: ESA/Hubble & NASA

È stata recentemente firmata una convenzione tra l’INAF e l’Unione Astrofili Italiani (UAI – www.uai.it) che stabilisce un rapporto strutturato tra l’Istituto che in Italia sovrintende al coordinamento delle attività di ricerca in Astrofisica e l’Associazione nazionale che coordina il rapporto tra tutti gli appassionati di Astronomia. Questa convenzione, fortemente voluta dagli amici Giovanni Bignami e Mario Di Sora, rispettivamente presidenti dell’INAF e dell’UAI, è un primo fondamentale passo per entrare in un clima di collaborazione più stretta sui temi della divulgazione, della didattica e, perché no, della ricerca.

Per anni in Italia la situazione dei rapporti tra Astronomi e Astrofili è stata molto diversa e c’è stata di frequente una contrapposizione: gli Astrofili scimmiottavano gli Astronomi pensando di poter fare ricerche di pari livello scientifico e li criticavano perché spesso erano poco attivi sul fronte della divulgazione o della lotta all’inquinamento luminoso. Gli Astronomi, d’altro canto, consideravano gli Astrofili un fastidio, una perdita di tempo e, spesso, persone non sufficientemente preparate per parlare di questioni di Scienza.

Questa contrapposizione si è verificata purtroppo quasi esclusivamente in Italia: in altri Paesi europei e nordamericani i rapporti tra Astrofili e Astronomi sono sempre stati di assoluta collaborazione. Personalmente ricordo un episodio avvenuto nel lontano 1977 quando mio fratello Paolo ed io fummo ospitati per due mesi all’Osservatorio di Parigi-Meudon per realizzare delle misure sulle fotografie di Saturno lì custodite. Il Prof. Audouin Dollfus, famoso planetologo, fu ben lieto di ospitarci e di pagarci i biglietti di aereo per realizzare questa ricerca… ed eravamo poco più che ventenni…

È bene anche tener presente che alcuni dei più grandi Astronomi del passato erano in realtà Astrofili, a partire da William Herschel nel ’700, scopritore di Urano, che era in realtà un musicista di oboe e violino; Percival Lowell nell’800, fondatore del Lowell Observatory e grande osservatore di Marte, era un facoltoso industriale; Edwin Hubble nel ’900, scopritore dell’espansione dell’Universo, era in realtà un avvocato che, solo successivamente, si è laureato in Astronomia.  Ciò a dimostrazione che non c’è mai stata una linea di demarcazione netta tra professionisti e amatori in questo settore.  Perché l’Astronomia è una delle pochissime discipline scientifiche che ha una barriera all’ingresso molto bassa e con piccoli strumenti si riescono, anche oggi, a fare delle osservazioni interessanti.  Per non parlare delle straordinarie opportunità in termini di didattica e divulgazione che l’Astronomia offre e che richiedono competenze integrate degli Astronomi e degli Astrofili per riuscire a funzionare bene ed essere davvero attrattive per gli studenti e per il pubblico.

Una indagine fatta recentemente dall’UAI  ha fatto scoprire un mondo del volontariato culturale astrofilo fortemente diffuso. Di associazioni di Astrofili stabilmente operative se ne contano ben oltre quattrocento: ogni provincia italiana ha almeno una, e spesso anche due o tre associazioni astrofile attive sul proprio territorio.

Quasi un’associazione su quattro, poi, utilizza o gestisce un Osservatorio Astronomico e/o un Planetario, spesso di dimensioni e potenzialità scientifiche interessanti.

Questo piccolo esercito di volontari per la scienza svolge un ruolo fondamentale nell’opera di promozione e diffusione della cultura scientifica, fatta attraverso l’Astronomia che, come sappiamo tutti, tra tutte le discipline scientifiche ha una vocazione naturale per la divulgazione e la didattica della scienza, lasciando altresì ampi spazi all’azione della stessa ricerca amatoriale.

Ciò è tanto più vero in quei territori di provincia lontani dalle grandi città, che non ospitano Enti o Istituti di Ricerca. E d’altra parte, anche laddove questi Enti esistono, il personale che può dedicarsi stabilmente alle attività di outreach – specie in momenti in cui si razionalizzano personale e budget – non arriva in tutta Italia a qualche decina di persone.

La complementarietà tra INAF e UAI è quindi molto marcata e la convenzione INAF-UAI potrà sviluppare, finalmente, un nuovo rapporto tra le organizzazioni nazionali.  Per far funzionare la collaborazione occorrerà un coinvolgimento del livello locale, attraverso tutti gli Osservatori e Istituti INAF sul territorio e le tante Associazioni di Astrofili locali legate all’UAI, per riuscire ad organizzare iniziative congiunte nel comune interesse della massima visibilità dell’Astronomia tra la gente, nelle scuole, sui media.