VINTO UN FINANZIAMENTO EUROPEO DA 900MILA EURO

Ricerca, un’astronoma italiana è FIRST

Ha preso il via da pochi giorni la fase operativa del progetto FIRST, dedicato allo studio delle proprietà delle stelle e delle galassie primordiali. Finanziato dallo European Research Council, FIRST è coordinato da Raffaella Schneider, dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Roma.

     18/10/2012

Quasi un milione di euro assegnato dall’ERC, lo European Research Council, per studiare le proprietà delle stelle e delle galassie primordiali. A vincere questo prestigioso e cospicuo finanziamento europeo, l’unico assegnato nel 2012 da questo ente a un ricercatore italiano nel settore dell’astrofisica, è stata l’astronoma Raffaella Schneider, dell’Osservatorio Astronomico di Roma dell’INAF.

E proprio a Raffaella Schneider, proponente o coordinatrice del progetto che da alcuni giorni è entrato nella fase operativa, abbiamo rivolto alcune domande.

Dottoressa Schneider, può spiegarci cosa è e come funziona il sistema di grant promosso dall’ERC?

Dalla sua fondazione, nel 2005, lo European Research Council ha sostenuto la ricerca Europea attraverso tre tipi di finanziamenti: gli starting, consolidating e advanced grants. Recentemente si sono aggiunti i synergy grants. A differenza di molti altri progetti promossi nell’ambito del Settimo Programma quadro, queste linee di finanziamento sono centrate sul proponente, il Principal Investigator (PI), e sull’idea al cuore del progetto. Lo scopo è quello di promuovere la ricerca “high risk-high gain” in tutti i campi con un unico criterio: quello dell’eccellenza. Il finanziamento è cospicuo, variando da circa 1 milione di euro fino a 2.5 milioni di euro a progetto per 5 anni. L’idea è di mettere in grado il PI di iniziare, consolidare o avere un sostanziale avanzamento nella propria linea di ricerca, costruendo dei team di ricerca dedicati che – secondo un progetto dettagliato ma molto ambizioso – devono riuscire in 5 anni a portare un sostanziale avanzamento nel campo di ricerca in cui lavorano.

In questi anni il nostro Ente ha ospitato 4 progetti finanziati da ERC, tre starting grants e un advanced grant (l’ultimo in ordine cronologico, quello coordinato da Luigi Guzzo, nda). Il mio progetto è l’unico per l’astrofisica finanziato in Italia nel 2012. Un po’ troppo poco per la preparazione e le capacità dei nostri ricercatori. In generale, le statistiche dell’ultima call Starting Grant 2012 confermano i risultati registrati negli ultimi anni: solo 24 progetti verranno ospitati da Enti di Ricerca e Università Italiane. E’ questo un numero di molto inferiore a quanto ottenuto dal Regno Unito (con l’impressionante cifra di 191 grants), dalla Germania (78), dalla Francia (73), ma anche da Paesi più piccoli come l’Olanda (51), collocando l’Italia solo al settimo posto. Si noti, però, che la distanza dalla cima si riduce se la classifica viene fatta sul numero di ricercatori finanziati: sono ben 44 i ricercatori italiani che hanno vinto un grant, ma purtroppo 20 di loro hanno preferito svolgere il loro progetto all’estero. Per contro, questo significa che sostanzialmente nessuno straniero ha scelto di venire in Italia, fatto altrettanto allarmante.

Qual’è l’importo di questo fondo , e con quali criteri verrà utilizzato?

Il finanziamento che ho ricevuto è di circa 900 mila euro che è quanto avevo chiesto per costituire un gruppo di ricerca pagando gli stipendi dei collaboratori, i viaggi per collaborazioni scientifiche e partecipazione a conferenze internazionali e le spese di materiale (hardware) associate al progetto. Trattandosi di un progetto fondamentalmente di carattere teorico,  la mia richiesta era finalizzata a sostenere il personale necessario per riuscire a raggiungere gli obiettivi proposti in un arco di tempo di 5 anni.

In quali ambiti lavorerà il gruppo di ricerca creato con questi fondi?

L’acronimo del progetto è FIRST: the first stars and galaxies. Lo scopo è quello di contribuire a migliorare la nostra comprensione della natura e delle proprietà delle prime stelle e delle prime galassie. Infatti, lo straordinario sviluppo nelle tecniche osservative degli ultimi anni ha consentito di osservare la luce emessa da galassie e quasar solo 700 milioni di anni dopo il Big Bang, quando l’Universo aveva circa il 5% della sua età attuale. Tuttavia, la natura delle prime stelle e dei primi buchi neri e l’impatto che questi hanno avuto sul loro ambiente e sulle proprietà delle prime galassie e dei primi quasar rimangono ancora largamente incompresi.

Utilizzando una combinazione di modelli teorici, simulazioni numeriche e dati osservativi, il progetto FIRST si propone di comprendere come la presenza dei primi elementi chimici pesanti e dei primi grani di polvere abbia condizionato la natura delle stelle e dei buchi neri che si sono formati nell’universo antico e di studiare le proprietà delle prime galassie e dei primi quasar.